Vienna - In un clima di alta tensione dopo l’attentato di ieri in Iran, riprendono oggi all’Aiea i colloqui sul programma nucleare iraniano. Le accuse lanciate ieri da Teheran agli Stati uniti di essere dietro al sanguinoso attentato contro i vertici dei Pasdaran non contribuiscono a un clima sereno all’incontro di Vienna cui partecipano, oltre ai rappresentanti di Teheran, quelli di Stati uniti, Russia e Francia. Ma già il portavoce dell’agenzia atomica iraniana Ali Shirzadian fa sapere che il Paese non fermerà il processo di arricchimento dell’uranio anche se dovesse andare in porto l’accordo.
L'Iran alza i toni L’Iran "continuerà ad arricchire l’uranio senza l’ausilio di Paesi terzi" in caso di fallimento del vertice odierno a Vienna con i Paesi del 5+1. Il portavoce di Teheran all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Ali Shirzadian, ha fatto sapere che "se i colloqui non porteranno ai risultati voluti dall’Iran, inizieremo ad arricchire l’uranio da soli". Il summit in corso arriva dopo la ripresa dei colloqui sul programma atomico iraniano tra una delegazione di Teheran e i rappresentanti del 5+1, ovvero degli Stati che hanno potere di veto all’Onu più la Germania, dopo il vertice del primo ottobre. Obiettivo dell’incontro odierno è trovare un accordo con Teheran riguardo alla possibilità di arricchire l’uranio iraniano al di fuori dei confini della Repubblica Islamica, in modo da rendere più trasparenti le finalità del programma atomico degli ayatollah.
Negoziati ad alta tensione La comunità internazionale sospetta che l’Iran intenda dotarsi di armi atomiche. Un clima di incertezza circonda il vertice di Vienna a causa delle accuse lanciate ieri da Teheran contro Stati Uniti e Gran Bretagna. L’Iran, infatti, ha indicato Londra e Washington come sostenitori dei ribelli sunniti di "Jundullah", movimento responsabile dell’attentato contro i pasdaran che ieri ha provocato oltre 40 vittime nella regione sudorientale del Baluchistan.
I Pasdaran minacciano Il capo dei Pasdaran iraniani, generale Mohammad Ali Jafari, ha detto oggi che dietro all’attentato di ieri nel sud-est dell’Iran vi sono gli Usa e Israele e che "devono essere prese misure di rappresaglia". Jafari ha accusato "i servizi di Intelligence di Usa, Gran Bretagna e Pakistan" di avere sostenuto il Jundullah (Soldati di Dio), il gruppo separatista sunnita accusato di vari attentati nella provincia del Sistan-Baluchistan negli ultimi anni. Ma per quanto riguarda in particolare l’attacco di ieri ha affermato che vi sono implicati gli Stati Uniti e Israele.
"Misure di rappresaglia dovranno quindi essere prese", ha aggiunto il capo dei Pasdaran. Jafari ha detto che presto una delegazione iraniana si recherà in Pakistan per chiedere l’estradizione di Abdolmalek Rigi, capo del Jundullah.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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