Con la nuova legge scuole vietate ai pedofili

Pene più dure per chi commette abusi sui minori e per i reati on line. Prevista anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici

Con la nuova legge scuole vietate ai pedofili

Francesca Angeli

da Roma

Linea dura contro la pedofilia. Anche quella virtuale che viaggia con le immagini attraverso Internet e telefonini. La Commissione giustizia della Camera ha approvato ieri sera in sede legislativa e quindi in via definitiva il ddl antipedofilia che impone uno stretto giro di vite contro la pedopornografia e tutte le forme di sfruttamento dei minori a fini di pornografia. Le pene vengono inasprite a tutti i livelli, anche per il materiale che fosse nelle intenzioni destinato a «uso domestico». Sarà reato anche scattare una foto col telefonino a una ragazza in atteggiamento pornografico se questa è minorenne. E questo anche se a scattare la foto è stato un altro minorenne. Le pene per chiunque diffonda materiale pornografico che abbia come protagonisti i minori vanno da un minimo di sei a un massimo di 12 anni. Al carcere si aggiunge una multa da un minimo di 25.000 ad un massimo di 258.000 euro. Non verrà perseguito soltanto chi smercia questo genere di prodotto ma anche chi semplicemente lo detiene. Chi viene sorpreso con foto, film e materiali con minorenni in atteggiamenti porno rischia la reclusione fino a 3 anni e una multa di 1.500 euro.
Il ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, sottolinea la forza d’impatto della nuova legge che, dice, rappresenta «un punto di svolta nella strategia delle istituzioni nei confronti di un fenomeno che appare in crescita, favorito soprattutto dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla rete internet».
La Prestigiacomo evidenzia l’importanza di alcuni aspetti della nuova legge come «l’interdizione perpetua dall’attività nelle scuole di ogni ordine e grado e negli uffici o servizi in istituzioni o strutture prevalentemente frequentate da minori per le persone condannate per questo tipo di reati». In questo modo, prosegue il ministro, verrà eliminato il rischio «che chi è giudicato colpevole di atti di pedofilia possa continuare a svolgere attività che lo mettono in contatto con minori».
Tra i punti qualificanti del ddl anche l’esclusione del patteggiamento per i reati di sfruttamento sessuale, l’istituzione di un Osservatorio sulla pedofilia e di un Centro per il contrasto della pedopornografia via internet. «La rete ha offerto ai pedofili un ambiente favorevole assicurando la anonimità dei contatti e rendendo molto difficile seguire i movimenti di file, ma anche di denaro, sui cui si reggono lo scambio e il commercio on line di materiale pedopornografico - spiega il ministro-. Il Centro ha il compito di raccogliere tutte le segnalazioni, provenienti dall’Italia o dall’estero, da soggetti pubblici e privati, su siti che diffondo materiale pedopornografico al fine di colpire, anche attraverso la collaborazione con il sistema bancario, l'Ufficio italiano cambi, l’Ente poste e la Banca d’Italia, i gestori dei siti e procedere all'oscuramento degli indirizzi pedopornografici in rete».


Anche la nozione di pornografia infantile è stata ampliata prevedendo l’incriminazione anche per la realizzazione, il commercio e la detenzione di materiale pornografico pure nel caso in cui le persone rappresentate non siano minori ma «sembrino» minori e anche in caso di immagini virtuali di minori.

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