E alla fine, com’era inevitabile, il Cday è arrivato. Da oggi alle 7,30 (e fino alle 19,30) per entrare in centro a Milano servono 5 euro. Che moltiplicati per cinque giorni fanno 25 e per quattro settimane 100. Dodici mesi e il totale è presto fatto, 1.200 euro. Sarà pure il conto della serva, togliete una settimana qui e una lì, vacanze e Ferragosto, ma è sempre un mese di stipendio. Per i precari due o anche tre. A meno che invece del furgone con gli attrezzi o l’auto con i seggiolini per portare i bimbi a scuola o a musica, non ci si possa muovere con l’auto blu. Di stato o privata.
Un bel regalo quello dell’avvocato ultrarosso Giuliano Pisapia, diventato sindaco per rieducare (ha spiegato lui stesso) i milanesi. Che, pensano nei salotti chic della sinistra, aspettavano il nostrano Pol Pot per cominciare a imparare le buone maniere. Perché chi è così ingenuo da pensare che lo scopo sia solo far diminuire le auto, si ravveda. Il fine è ben più alto. «Area C» è una «scommessa» che si vincerà e «contribuirà a cambiare il Paese», ha spiegato lo stesso Pisapia arringando sabato «compagne e compagni » all’assemblea regionale del Pd, benedetta dal segretario Pier Luigi Bersani e dal sindaco di Torino Piero Fassino. Che annuisce, ma si guarda bene dal proporre ai torinesi qualcosa di simile. Tornando ai 1.200 euro, sono in tanti a chiedersi, anche a sinistra, se non ci potesse magari essere un momento migliore per mettere un’altra tassa. Perché al di là delle ipocrisie, proprio di tassa si tratta. Con il solo labile paravento della lotta allo smog per la tutela della salute. Perché se le auto che circolano, vien da dire, son davvero veleno per i polmoni, non si capisce allora come proprio il sindaco, che in città è la massima autorità sanitaria, non vieti a tutti la circolazione. E permetta, invece, di inquinare e minare la salute altrui, semplicemente sborsando 5 euro.
Come a dire che pagando un semplice biglietto, ci si concede il lusso di far ammalare il prossimo. Allora meglio la Lega e la sua proposta di chiudere il centro, creando un’unica grande area pedonale. Perché a far difetto a Pisapia, è proprio la coerenza. Prima parlava di lotta allo smog, poi di congestion charge ( tassa sul traffico) o di tassa i cui proventi andranno a potenziare i mezzi pubblici (quindi di scopo). Tanti giri di valzer per arrivare finalmente a dire che proprio di tassa si tratta. E per quanto riguarda l’incremento dei mezzi pubblici, come dimenticare che è stato proprio Pisapia ad aumentare a 1,50 euro il biglietto, un più 50 per cento tutto in una volta. Non certo un buon modo per incentivarne l’uso. Come non incentiva un biglietto utilizzabile per un solo viaggio in metrò, invece dei 90 minuti di tram e bus. Andata e ritorno per andare a far la spesa fanno 3 euro. Si dirà che il pedaggio lo vollero Letizia Moratti e il centrodestra. Ma allora pagava solo chi inquinava. E chi ha cambiato l’auto (questo sì un indurre comportamenti virtuosi) non pagava più.
E oggi invece paga, nonostante i sacrifici per aver comprato auto o furgone nuovo. Come deve pagare la nonna, elettrice di Pisapia che a Radio popolare dice che non potrà più aiutare figlio e nuora con due miseri contratti a termine, andando a prendere il nipotino mentre lavorano. Cinque euro al giorno per una pensionata sono troppi. Una delle tante storie di questi tempi di crisi.
Perché la realtà, dimentica Pisapia, è fatta di tante vicende piccole (ma enormi per chi le vive) e non di tasse e rieducazione. In omaggio alla quale, c’è la sua nuova promessa: «Entro l’anno Milano avrà il registro delle coppie di fatto». Ecco la sinistra del vento nuovo. Che Pisapia vuol portare a governare l’Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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