Gianluigi Nuzzi
da Milano
Va riscritta la storia della fuga di notizie sullavviso di garanzia che Silvio Berlusconi ricevette nel 1994 mentre partecipava come presidente del Consiglio a un simposio internazionale sulla criminalità organizzata. La notizia venne anticipata dal Corriere della Sera, che aprì ledizione di martedì 22 novembre con uno scoop firmato da Goffredo Buccini e Gianluca Di Feo. La notizia ebbe un effetto dirompente: unalta carica dello Stato indagata per corruzione con la notizia in prima pagina.
Dopo 11 anni di ricostruzioni, uno dei protagonisti di quelle ore passate in via Solferino cercando conferme della notizia, rompe gli indugi. Alessandro Sallusti, infatti, allepoca caporedattore del Corriere e diretto superiore degli autori dello scoop, racconta in un libro cosa accadde. Marcello Lo Vetere raccoglie infatti nel libro «Tredici Giornalisti, la professione raccontata da chi la fa» i ricordi di Sallusti. Con retroscena inediti. Uno su tutti: quella sera i cronisti del Corriere avevano in mano la copia dellavviso di garanzia. Alle 20.30. E quindi ancor prima che venisse notificato a Berlusconi. Non solo. Gli indizi, scrive Lo Vetere, portano a ritenere che sia stata una donna a passare il documento.
I generali in Tribunale. «Sallusti viene avvisato da Di Feo - scrive Lo Vetere nel libro (Bonanno editore, pag. 335, 20 euro) - alle 10 del mattino, cè nellaria qualcosa di grosso, gli dice, potrebbe essere il giorno giusto. Al telefono però non gli vuole dire niente e gli dà appuntamento a pranzo per spiegarsi meglio. Una precisazione. Il 5 ottobre 1994 in unintervista scoop rilasciata da Borrelli a Buccini, il magistrato dichiara al Corriere che linchiesta su Telepiù, che ha già coinvolto Paolo Berlusconi, è arrivata a livelli altissimi: e chi cè più in alto di Paolo se non il fratello Silvio, presidente del Consiglio? Da quel giorno tutti i cronisti presidiano il Tribunale attenti a non farsi sfuggire il minimo movimento. Dunque Sallusti avvisa il direttore Paolo Mieli: qualcosa di grosso è nellaria. Mieli sembra scettico. Di Feo, a pranzo, racconta al superiore di aver visto strani movimenti in Procura». E segnala «la presenza in procura di pezzi grossi dellArma». Come mai?
Gola Profonda dà latto. Si susseguono in quelle ore indizi, sensazioni che portano Sallusti a richiamare Buccini da Roma. Buccini da Linate va subito in Tribunale. Qui «verso le 19, con ogni probabilità, scambia uno sguardo innocente con Gola Profonda e poco dopo si trovano al solito posto fuori da Palazzo. Fatto sta che il cronista ritorna al Corriere alle 20.30 e ha con se due pagine fotocopiate dellavviso di garanzia a Berlusconi. Mieli è appena rientrato. Buccini, Di Feo e Sallusti gli mostrano eccitatissimi la fotocopia del documento». Un inciso: Di Feo, raggiunto dallautore del libro, ha smentito che quella sera lui o Buccini avessero trovato copia dellavviso di garanzia. Chi ricorda male?
Torniamo al racconto. Mieli non si fida della fotocopia e chiede altre verifiche: «Alle 21 Buccini, disperato, telefona a Borrelli - ricorda Sallusti - nella speranza di saperne di più. E Borrelli anziché dirgli Ma lei è pazzo, ma chie glielha detto? Ma guardi sta prendendo un abbaglio, quasi si mette a ringhiare: Come si permette di chiamarmi a casa e farmi questa domanda? Non si permetta più di fare una cosa simile». Dopodichè sembra che lulteriore verifica la compie Mieli. Nel libro di Bruno Vespa si racconta che incontra Chiara Beria dArgentine al Caffè Milano. «Io non so dove va Mieli - ricorda Sallusti -. Posso dire che torna più sollevato. Il che mi lascia supporre che in quella cena lui abbia raccolto altri indizi». A questo punto è Di Feo, nella ricostruzione del libro, che fa lultima verifica in un incontro con qualcuno che non smentisce la notizia. «Di Feo torna di volata al giornale e va da Mieli a raccontargli il colloquio». Lindomani il Corriere esce con lo scoop. Vengono interrogati gli autori dellarticolo e anche Sallusti, che custodiva a casa la copia dellavviso di garanzia. «Linterrogatorio di Sallusti va per le lunghe, Buccini si preoccupa». Teme una perquisizione a casa del capo. Chiama la moglie di Sallusti che lo tranquillizza, dicendo che porta le carte in una casa fuori citta. Ma Buccini preferisce raggiungerla, prende il documento, i nastri con le conversazioni telefoniche del pomeriggio e raggiunto «il bagno butta tutto nel water dopo avergli dato fuoco. Tira lacqua e tanti saluti alla fotocopia dellavviso di garanzia al presidente del Consiglio».
Ma chi è Gola Profonda? Sallusti non lo indica.
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