La nuova Ztl, un misto di «pedaggi» e salassi

Marco Morello

Il centro di Roma tra qualche mese si trasformerà in una formidabile macchina per fare soldi. Merito della giunta comunale, che quando serra i battenti e si traveste da pensatoio, riesce a partorire stratagemmi pantagruelici per battere cassa. Il rinnovato listino della Ztl, il cui acronimo dovrebbe passare da «Zona a traffico limitato» a un più indicativo «Zona dei tributi di lusso», rischia però di complicare la vita a non pochi cittadini. Almeno a tutti quelli, e sono tanti, che nel centro si muovono non per vezzo, ma per necessità.
«Con le nuove tariffe della Ztl che entreranno in vigore nel 2007 - ha spiegato il sindaco di Roma - vogliamo dare una stretta di pulizia e moralità al centro storico, dove girano troppe auto che non ne hanno il diritto». Sono parole dense di significato, che suonano però come un clamoroso autogol. Le licenze per i permessi non piovono dal cielo: sono erogate dalla Sta, in sostanza da una società controllata direttamente dal Campidoglio. Campidoglio che, contestando l’illegittimità di molte attribuzioni, o l’eccessiva facilità con cui vengono elargite, ha di fatto accusato se stesso di omesso controllo. E non finisce qui: la riforma non prevede un giro di vite o un tetto numerico massimo, ma semplicemente un inasprimento tariffario che costringerà a nuovi sforzi chi non ha la fortuna di navigare nell’oro.
La mossa di Veltroni si inserisce nell’intento malcelato di tendere il più possibile verso un modello di «centro-bomboniera», chiuso al traffico e regalato ai flash dei turisti. Una logica del genere male si sposa però con la conformazione logistica della Capitale, piena di uffici, palazzi governativi ed esercizi commerciali. Un centro vitale e non da esposizione, con i mezzi pubblici che non rappresentano un succedaneo efficace al trasporto privato. E con le onnipresenti strisce blu che contribuiscono a rendere ancora più pesante il salasso di chi timidamente si avventura tra i suoi meandri.
Stupisce pure la novità del pass giornaliero. Nonostante le rassicurazioni del caso, questo sistema potrebbe trasformarsi in un vero e proprio pedaggio, che finirebbe per soffocare ancora di più la Capitale. «Temiamo un assalto alla conquista di questa tipologia di permessi - ha spiegato Gianni Battistoni, presidente dell’associazione via Condotti -. Sarebbe il caso di stabilire dei tetti precisi, 30-50 al giorno al massimo». Se almeno i soldi «guadagnati» venissero impiegati in maniera oculata, si potrebbe anche essere più indulgenti. Invece si scopre, come denuncia il Codici, che dei 221 milioni di euro ricavati dalle multe, solo 8,7 vengono utilizzati per la manutenzione delle strade, mentre una cifra simile viene devoluta alla Sita e alla Sta come compenso per i loro servigi. E allora il timore che i nuovi introiti derivanti dagli aumenti delle tariffe Ztl possano fare una fine analoga, provoca una morsa allo stomaco.
«Nella zona a traffico limitato romana - protestano Gabriele di Bella e Giancarlo Cosentino, segretari della Cisl della Polizia municipale - abbondano le anomalie. Mancano le indicazioni di percorsi alternativi, obbligatori per legge; manca la segnaletica di preavviso: chi si trova davanti alla Ztl, con il traffico veicolare che preme alle sue spalle, è costretto a entrare e subire le sanzioni. Manca soprattutto la trasparenza di bilancio, che permetterebbe di conoscere l’uso cui viene destinato il denaro proveniente dalle contravvenzioni». Entrare al centro, legittimamente o meno, costa molto caro.

Mentre il sistema «Iride» continua a «scattare» 12mila multe al giorno, il cassiere del Campidoglio si è mosso per tempo e ha già ordinato nuovi forzieri. Con la stangata dei permessi, c’è da scommetterci, si riempiranno in men che non si dica.

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