Michael Tomasello insegna Psicologia e Neuroscienze alla Duke University, in North Carolina. Per vent'anni è stato condirettore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia. Fra i suoi saggi, editi in Italia da Cortina, Storia naturale della morale umana, Diventare umani e Dalle lucertole all'uomo. Proprio in quest'ultimo espone la sua teoria degli "agenti psicologici" creati dall'evoluzione, che si collega direttamente al tema della libertà: siamo noi a prendere decisioni, in base ai nostri obiettivi, e verifichiamo man mano che i nostri comportamenti funzionino.
Professor Tomasello, che cosa ci dicono le neuroscienze circa il libero arbitrio? Ha ancora possibilità di esistere?
"Libero arbitrio non è un termine che userei, perché è una parola che ha una storia complicata. In un contesto moderno, semplicemente sosterrei che ci sono due modalità per cercare di minare la nozione secondo cui noi siamo agenti, ovvero il fatto che siamo noi a prendere le nostre decisioni".
La prima?
"La prima modalità consiste nel dire che non siamo noi a prendere le nostre decisioni, bensì che queste ultime sono determinate dalla selezione naturale e dai nostri geni. Questa è la posizione contro cui argomento a lungo nel mio libro sull'evoluzione dell'azione".
Come la contesta?
"La selezione naturale può determinare le azioni di un organismo nel caso di organismi monocellulari e di altre creature molto semplici; oppure, nel caso degli esseri umani, quando si tratta di riflessi, come il riflesso di soffocare o di sbattere gli occhi... Ma la selezione naturale non può predire tutte le contingenze che un individuo possa trovarsi ad affrontare e, perciò, essa costruisce degli organismi in grado di prendere da soli le proprie decisioni".
Ci sono dei meccanismi?
"L'organizzazione del sistema di controllo primario a feedback. Il che è praticamente l'opposto del fatto che sia la selezione naturale a determinare le nostre decisioni... La selezione naturale ha determinato, piuttosto, il fatto che noi siamo agenti, che siamo noi a prendere le nostre decisioni".
In che altro modo ci viene negato il potere di scegliere?
"L'altra modalità consiste nel sostenere che non siamo noi a prendere le nostre decisioni, bensì che è il nostro cervello a farlo. Questo è un errore di categorizzazione".
Sbagliamo definizione?
"Sarebbe un po' come dire che il tavolo di fronte a me non sia un tavolo, bensì, semplicemente, che siano atomi. Il fatto è che, effettivamente, il tavolo è anche fatto di atomi, quindi entrambe le argomentazioni sono vere, in un certo senso".
Il determinismo ha delle ragioni?
"Pensare in termini di determinismo fisico è un modo di ragionare che si è evoluto negli esseri umani per avere a che fare con il mondo fisico; e gli organismi sono esseri fisici, oltre che psicologici... Perciò, se uno volesse semplicemente ignorare la psicologia, si potrebbe anche concentrare sugli esseri umani considerandoli soltanto dei grumi di materia".
Ma?
"Ma, così facendo, si perderebbe la dimensione psicologica per intero e, alla fine, tutta la parte più interessante...".
Insomma la libertà non è a rischio?
"Il filosofo John Searle
scherzava: Se fossi una di quelle persone che credono nel neurodeterminismo, allora, quando il cameriere mi chiede che cosa desidero, dovrei rispondere: aspetti un momento, devo chiedere al mio cervello che cosa voglio...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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