Occhiali acustici, boom mondiale (ma il primo a crederci fu Totò)

Tra poche settimane i "Nuance Audio" saranno venduti nel nostro Paese, per poi sbarcare anche nel resto d'Europa e sul mercato Usa

Occhiali acustici, boom mondiale (ma il primo a crederci fu Totò)
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“Veramente rivoluzionari”. Con i media internazionali che esaltano l’eccellenza del made in Italy. Ormai è questione di settimane e i «Nuance Audio» di EssilorLuxottica, gli “occhiali che fungono da apparecchio acustico”, saranno venduti (senza necessità di prescrizione medica) nel nostro Paese prima di sbarcare nel resto d’Europa e sul mercato USA. Caratteristiche del prodotto: “Montatura discreta e compatta dal peso di 43 gr. nonostante la presenza di due piccoli altoparlanti nella parte terminale delle astine insieme a microfoni e sensori”. Ma, nell’osservarli, agli attenti cinefili (soprattutto quelli amanti dei film di Totò) saranno venuti in mente anche gli occhiali acustici che, oltre mezzo secolo fa, “ispirarono” una delle sequenze più esilaranti del film “Chi si ferma è perduto”, pellicola del 1960, diretta da Sergio Corbucci. Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma lo “sperimentatore” antesignano della novità rimane sempre il principe della risata… Il ciak più divertente merita di essere descritto. La scena comica vede protagonista il cliente dell’agenzia in cui lavorano gli impiegati Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo): i due sono in concorrenza per una promozione, cosa che scatena la corsa a screditare l’avversario. L’ufficio è frequentato da un signore con problemi di udito che ogni volta che si presenta allo sportello viene preso in giro (ora si direbbe “bullizzato”) da Colabona e Guardalavecchia che a turno si fanno beffe dell’uomo. Almeno fino al giorno in cui Colabona decide di regalare segretamente un paio di occhiali acustici al cliente che oggi definiremmo “audioleso”. L’indomani il signore duro d’orecchi si presenta allo sportello indossando le lenti avute in dono; a quel punto Colabona, per mettere in cattiva luce il collega, cede a Guardalavecchia il “piacere” di dileggiare il poveretto.

Il ragionier Antonio accetta entusiasta e inizia a insolentire la vittima che però, questa volta, ci sente benissimo e reagisce indignato, mettendo nei guai il sio aguzzino. Intanto Colabona gioisce, ma non riuscirà a spuntarla. Per la cronaca, nessuno dei due verrà promosso: Colabona e Guardalavecchia saranno entrambi trasferiti in Sardegna.

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