Sì, l’intelligenza artificiale potrebbe distruggere l’umanità. E anche in tempi piuttosto brevi. Questo l’allarme lanciato da Geoffrey Hinton, Premio Nobel per la fisica nel 2024 nonché uno dei padri dell’AI. Lo scienziato anglo-canadese ha spiegato che c’è “una probabilità del 10-20 per cento che entro i prossimi 30 anni l’intelligenza artificiale provochi l’estinzione dell’umanità”. Una profezia, quella ai microfoni del programma “Today” su BBC Radio 4, diversa dalla precedente, in cui aveva parlato di una percentuale intorno al 10 per cento.
L’ipotesi di apocalisse causata dall’AI esiste e non va sottovalutata: il monito di Hinton è perentorio. Anche perché il ritmo di evoluzione dell’intelligenza artificiale “sta procedendo molto più velocemente” delle aspettative. “Vedete, non abbiamo mai dovuto fare i conti con cose più intelligenti di noi” la sottolineatura dell’esperto: “E quanti esempi conoscete di una cosa più intelligente che viene controllata da una cosa meno intelligente? Ci sono pochissimi esempi. C’è una madre e un bambino. L’evoluzione ha lavorato molto per consentire al bambino di controllare la madre, ma questo è l’unico esempio che conosco. Mi piace pensarla così: proviamo a immaginare noi stessi come un bambino di tre anni e l’AI come un adulto”.
Nel 2023 Hinton ha dato le dimissioni da Google, dove lavorava allo sviluppo dell’AI. Una scelta dettata dalla volontà di parlare apertamente dei rischi posti dallo sviluppo di un’intelligenza artificiale senza vincoli. Le sue preoccupazioni sono note a tutti: il professore emerito all’università di Toronto teme che sistemi più intelligenti degli esseri umani possano rappresentare una minaccia esistenziale alla nostra specie dribblando ogni ostacolo e ogni controllo da parte dell’uomo. “Non pensavo che saremmo arrivati dove siamo ora” ha ammesso: “Pensavo che ci saremmo arrivati, ma in un più lontano futuro. Tra vent’anni svilupperemo un’intelligenza artificiale più intelligente di quella umana. E questa è un’ipotesi molto spaventosa”.
Ma non solo.
Hinton crede che lasciare l’intelligenza artificiale nelle mani delle grandi aziende, motivate esclusivamente dal profitto, non basti a garantire che la svilupperanno in modo sicuro: “L’unica cosa che può costringere quelle aziende a fare più ricerca sulla sicurezza dell’Ai è una regolamentazione del settore da parte dei governi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.