Dal primo febbraio sono in vigore le novità in materia di marketing telefonico. Se fino a oggi gli abbonati registrati sugli elenchi telefonici potevano essere raggiunti da chiamate commerciali solo dopo aver manifestato il proprio consenso, con l'entrata in vigore delle nuove regole si passa ad un regime di silenzio assenso: tutti gli abbonati la cui numerazione è presente sugli elenchi telefonici possono essere contattati per finalità promozionali, a meno che non abbiano previamente comunicato la propria opposizione.
Della delicata materia si è discusso ieri a Milano al convegno organizzato da Dma (Direct marketing association Italia) e studio legale La Scala. E la Fondazione Bordoni, incaricata dal ministero per lo Sviluppo Economico per la realizzazione del registro delle opposizioni, ha da alcune settimane reso accessibile online il nuovo sito: http://www.registrodelleopposizioni.it.
Spiega i contenuti della riforma l'avvocato Massimiliano Pappalardo, partner dello studio La Scala: «Gli operatori che intendano accedere al registro delle opposizioni per finalità di marketing dovranno depositare un'istanza, corredata da una specifica documentazione. In caso di accoglimento dell'istanza - prosegue Pappalardo - all'operatore sarà richiesta la sottoscrizione di uno specifico contratto di servizio, che consentirà allo stesso l'accesso al registro. Tra le obbligazioni gravanti sull'operatore, invece, questi sarà tenuto al momento di ogni chiamata a fornire all'abbonato un'informativa sintetica, con le indicazioni utili all'eventuale iscrizione al registro delle opposizioni».
L'iscrizione dell'abbonato al registro delle opposizioni avviene attraverso diverse modalità: modulo elettronico sul web, posta elettronica, telefono, lettera raccomandata e fax. L'iscrizione è gratuita, a tempo indeterminato e riservata ai soli abbonati la cui numerazione sia presente all'interno di elenchi telefonici.
La nuova legge pone, tuttavia, problemi di coordinamento con gli obblighi preesistenti. Con un provvedimento di carattere generale il Garante ha precisato che, nonostante l'iscrizione al registro, gli abbonati potranno comunque essere contattati da tutti quei soggetti ai quali il singolo abbonato abbia comunicato i propri dati e conferito uno specifico consenso, in osservanza delle previsioni del Codice privacy. In modo speculare - pur in assenza di una formale iscrizione al registro delle opposizioni - gli abbonati non potranno in alcun caso essere contattati da quegli operatori nei cui confronti l'abbonato abbia esercitato in modo specifico il proprio diritto di opposizione, sia in epoca antecedente alla entrata in vigore della nuova normativa, sia in epoca successiva.
Ulteriori prescrizioni sono previste con riguardo alle numerazioni provenienti da pubblici registri, diversi dagli elenchi telefonici, o da documenti accessibili al pubblico (ad esempio siti internet), le quali potranno essere raggiunte da chiamate telefoniche con finalità promozionale, ove tali chiamate risultino coerenti con la finalità della pubblicazione della numerazione sul registro in questione; salvo, in ogni caso, il diritto di opposizione dell'interessato, che - pur in assenza di alcuna precisazione sul punto - sembrerebbe potersi esercitare anche attraverso l'iscrizione al registro delle opposizioni; sempre ammesso che i soggetti in questione siano iscritti anche ad un elenco telefonico.
Traccia un bilancio della fase attuale Ruben Razzante, membro del Cda della Fondazione Bordoni: «Il registro delle opposizioni, al di là di sterili polemiche, sta funzionando bene. La "squadra" messa in campo dalla Fub ha dato prova di grande affidabilità ed è riuscita a gestire al meglio anche i picchi iniziali di richieste di iscrizione. Al momento gli iscritti al registro sono circa 185mila e si sono iscritti prevalentemente via web e via e-mail. Nelle prossime settimane partiranno alcune campagne informative per gli utenti. La Fondazione non demonizza il telemarketing - conclude Razzante -, che ritiene uno strumento utile, ma vuole garantire che il suo utilizzo non sia soggetto ad abusi e forzature. In questo senso, anche il codice di autoregolamentazione Asstel e le linee guida del Garante possono assicurare un equo bilanciamento tra gli interessi di tutti i soggetti coinvolti».
Da sottolineare infine come l'eventuale violazione delle prescrizioni del Garante può comportare una sanzione amministrativa sino a 180mila euro, suscettibile di eventuali aumenti in caso di reiterazione dell'illecito sino a 300mila euro.
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