"Nuovo stadio, club pronti ma sui tempi siamo scettici"

«Milan e Inter sono disponibili a fare un investimento importante, nonostante l'Italia sia l'unica nazione che non ha un aiuto da parte dello Stato. Ma sono scettico su quello che può essere un iter, ci sono dei tempi da rispettare e devono essere veloci perché gli investitori possono aspettare ma non più di tanto». Così il presidente dell'Inter Beppe Marotta ha parlato della questione stadio ieri durante il convegno «Merger&Acquisition» a Milano. I club hanno già depositato l'offerta di acquisto del Meazza e delle aree limitrofe, il bando che il Comune aperto sulla base del documento di fattibilità presentato dalle società è aperto fino al 30 aprile.

«Negli ultimi dieci anni in Europa sono stati costruiti 153 stadi, di cui solo due o tre in Italia - sottolinea Marotta -. Questo la dice lunga su come nel nostro Paese ci sia un iter burocratico molto molto difficile. Noi abbiamo presentato con il Milan una proposta d'acquisto di San Siro quindici giorni fa, il giorno dopo c'è stato subito un esposto alla Procura della Repubblica che si è giustamente attivata e quindi ci troviamo in una situazione del genere». Oltre all'iter burocratico «veramente molto lungo» ribadisce, e «oltre al fatto che ci sono anche le Soprintendenze, che giustamente tutelano il patrimonio culturale italiano e certe volte questo impatta sui tempi richiesti dalla costruzione di uno stadio. Ci troviamo davanti queste situazioni».

Milan e Inter contano di conservare solo le tribune del secondo anello a sud e a est e realizzare due edifici con terrazze a verde che ospiteranno gli uffici dei club, un comparto a uso hotel e negozi. Una «mediazione - ha sottolineato giorni fa il sindaco - tra le richieste dei club e della sovrintendenza».