Washington - Quando ancora erano rivali, durante le primarie democratiche, a Unity si erano spartiti i voti alla perfezione. 107 a 107. Ieri notte, invece, hanno parlato dallo stesso palco, fianco a fianco, dando l’idea di un team affiatato, al punto che il tailleur di lei era in tinta con la cravatta di lui.
Ma fra Barack Obama e Hillary Clinton, ora, i rapporti di forza sono ben definiti. Lui comanda e lei supporta. Al punto da definirlo, senza dubbi, «il prossimo presidente» e da invitare i suoi elettori a votarlo in massa. Anche perché il senatore dell’Illinois ha promesso di aiutarla a sistemare i suoi problemi di debiti, arrivando a pagare in prima persona. Prima di partire assieme, con il suo jet, ha staccato un assegno da 2.300 dollari - il massimo consentito a un privato - per l’ex first lady. E lo stesso ha fatto la moglie Michelle. Una cortesia ricambiata dai coniugi Clinton, che a loro volta hanno versato 2.300 dollari a testa per finanziare l’ex rivale.
Fra i due avversari, durante la lunga corsa delle primarie democratiche, c’era stata una competizione accesa, esacerbata da un testa a testa durato fino all’ultimo. «Un dialogo vivace - ha confermato Hillary -. Ora però le nostre strade si sono unite e ci troviamo fianco a fianco per condividere i nostri valori. È per questo che chiedo a tutte le persone che mi hanno supportato di votarlo».
E poi baci, abbracci e via verso il New Hampshire, oggi più che mai simbolo della ritrovata armonia tra democratici dopo la lacerante battaglia delle primarie. In volo sull’aereo della campagna elettorale democratica, dopo uno scambio di abbracci a uso e consumo dei fotografi, Hillary e Barack Obama hanno avuto molto tempo per discutere del futuro. E stando ai ben informati, la discussione sarebbe stata amichevole, anche se per lei la vicepresidenza sembra sempre più lontana, mentre è probabile un ruolo di peso al Senato.
Un incontro che ha seguito un meeting di 12 ore con i maggiori finanziatori della campagna di Hillary, mentre giovedì anche gli assistenti personali dei due senatori, Huma Abedin per la senatrice di New York e Reggie Love per il senatore dell’Illinois, avevano cenato assieme in un ristorante di Georgetown.
E a questi giorni di parole a distanza e riunioni faccia a faccia è seguito il discorso di Unity. Davanti ad una platea di oltre 6000 persone, un numero ragguardevole se si considera che il piccolo paesino del New Hampshire conta solo 1700 abitanti, Obama e la Clinton non hanno risparmiato i complimenti reciproci. «She rocks (Va alla grande)» ha detto lui, tendendo contemporaneamente una mano all’ex presidente Bill. «L’obiettivo va raggiunto e Obama dev’essere il nuovo presidente» ha esclamato lei. Il pubblico, in visibilio, non ha risparmiato gli applausi per nessuno dei due, inframmezzando agli «Yes, we can» anche molto «Thank you, Hillary».
Insomma, assieme è meglio, e per entrambi.
Per le casse e per il futuro di lei, che dimostra ancora una volta di sapersi sempre rimettere in carreggiata. Per la campagna di lui, che trova un aiuto per sfondare proprio lì dove era più debole: fra le donne e gli ispanici, due dei gruppi di popolazione che sostenevano più entusiasticamente la Clinton.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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