Roma - Nel terzo trimestre di quest’anno il prodotto interno lordo è cresciuto nell’area Ocse dello 0,8% rispetto al trimestre precedente; nel secondo trimestre la crescita nei Paesi Ocse si era invece fermata, registrando uno "zero". L’Italia, che nel terzo trimestre di quest’anno ha messo a segno una crescita dell’economia dopo cinque trimestri negativi, registra un +0,6% rispetto al trimestre precedente, leggermente inferiore ai Paesi del G7 (+0,7%) ma superiore sia alla media Ue (+0,2%) che all’area Euro (+0,4%). Su base annua il pil nei Paesi Ocse ha visto un calo del 3,3% e in Italia del 4,6%, migliorando però in entrambi i casi il dato rispetto al periodo aprile-giugno 2009 (rispettivamente -4,6% e -5,9% in confronto allo stesso trimestre del 2008).
I dati Nei sette Paesi maggiormente industrializzati il prodotto interno lordo nel terzo trimestre ha visto, su base congiunturale, andamenti molto diversi: si va dalla crescita dell’1,2% in Giappone al calo dello 0,4% nel Regno Unito, Paese questo che registra il sesto trimestre consecutivo di contrazione dell’economia. Fatta eccezione per la Francia, dove la crescita è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente, tutti i Paesi del G7 hanno mostrato un miglioramento dell’andamento del pil rispetto ai dati del secondo trimestre. Italia e Stati Uniti, nel periodo luglio-settembre 2009 hanno messo a segno un andamento positivo dell’economia per la prima volta dallo scorso anno. Il pil nell’area Euro è cresciuto nel terzo trimestre, rispetto ad aprile-giungo 2009, dello 0,4% e dello 0,2% nell’Ue, rispetto al calo rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3% registrato su base congiunturale nel secondo trimestre di quest’anno. Passando dai dati congiunturali a quelli tendenziali, il tasso di crescita del terzo trimestre, rispetto dunque allo stesso periodo dell’anno precedente, è stato più alto rispetto al dato tendenziale del secondo trimestre di quest’anno per tutte le sette maggiori economie mondiali "ma resta negativo, con un range che va dal -5,2% del Regno Unito al -2,3% degli Stati Uniti" sottolinea l’Ocse.
Strauss-Kahn: "Tesmpesta passata" "La tempesta è passata e si è evitato il peggio" sulla crisi finanziaria ed economica, afferma il direttore del Fondo monetario internazionale. Ma i policy maker si trovano ora in una fase critica in cui le sorti della ripresa dipenderanno dalle decisioni prese nei prossimi mesi, ha avvertito Dominque Strauss-Kahn durante un intervento a Londra. La strada "si farà meno chiara e serviranno abili manovre", perché l’errore è in agguato, a cominciare da una rimozione troppo affrettata delle misure di sostegno all’economia. Le exit strategies dalle misure anti crisi vanno preparate, ma prima di lanciarle bisognerà attendere una chiara ripresa della domanda del settore privato assieme a una solida stabilizzazione della finanza. "È troppo presto per lanciarle ora raccomandiamo - ha detto intervenendo alla conferenza annuale della Confindustria britannica - di esagerare sulla cautela, perché uscire troppo presto costerebbe di più che uscire troppo tardi" dalle misure anti crisi. L’economia mondiale è ora più stabile, e in via di miglioramento ma "resta molto vulnerabile", ha osservato il direttore dell’Fmi. E "le sfide sono notevoli. Durante la crisi tutti avevano uno scopo comune. Andando avanti questo potrebbe dissolversi". E invece "di sicuro sarà necessario avere una continua collaborazione".
Collaborazione che serve sia sulle riforme normative nel settore della finanzia, sia negli equilibri mondiali sulla crescita economica, ha rilevato Strauss-Kahn, con la Cina e gli altri campioni asiatici dell’export che devono fare di più per rafforzare i loro consumi interni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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