Olanda, il bel gioco non basta più «Vogliamo disperatamente il titolo»

La prima notizia è che la stella olandese del Bayern Monaco, Arjen Robben, è arrivata in Sudafrica e ha raggiunto i compagni nel ritiro di Johannesburg. La seconda è che, nonostante il tentativo di recupero lampo, Robben guarderà i suoi compagni dalla tribuna. Spazio allora a Kuyt, punta del Liverpool, attaccante moderno e dinamico, in grado di garantire al contempo copertura e pericolosità alla manovra oranje che avrà nel nerazzurro Wesley Sneijder il suo leader indiscusso. «Sarà lui il miglior giocatore di questi mondiali», l’assicurazione di Ruud Gullit, prima di stilare una personale classifica finale: «Spagna, Brasile e poi Olanda».
Sempre vincente nel girone di qualificazione e solo 2 i gol subiti. Si presenta con questa dote, l’Olanda di Marwijk: non a caso sono considerati un po’ come la mina vagante del torneo. Una squadra che può ottenere tutto o niente, come successo agli Europei del 2008: olandesi straripanti contro Italia (3-0), Francia (4-1) e Romania (2-0) e poi clamorosamente ko nei quarti contro la Russia (1-3).
«L’Olanda ha sempre avuto la tradizione del bel gioco, ma alla fine non siamo mai riusciti a vincere. Spero che questa volta sfateremo il tabù - conferma il 35enne Giovanni Van Bronckhorst, capitano che oggi taglierà il traguardo delle cento presenze con la maglia dell'Olanda -. Vogliamo disperatamente il titolo Mondiale».

Il primo scoglio sarà la Danimarca, orfana della stellina dell’Arsenal Nikolas Bendtner, ancora alle prese con un problema all’inguine, ma con una vecchia conoscenza del calcio italiano, sponda Milan: Jon Dahl Tomasson. Occhi puntati allora su questa sfida, dato che dal girone E, uscirà l’avversaria che incontrerà negli ottavi la prima o la seconda del gruppo dell’Italia.

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