Oltre tre milioni per nuove consulenze

INGRANAGGI Professionisti ingaggiati (spesso con voci nascoste nei bilanci) per assistenza tecnica e gestionale dai singoli assessorati della Pisana

Oltre tre milioni per nuove consulenze

Quando si tratta di elargire incarichi di consulenza la Regione Lazio fin dall’inizio dell’amministrazione Marrazzo si è dimostrata molto prodiga. E ora, a ridosso della fine della legislatura (o forse proprio per questo?), non prova nemmeno a cambiare direzione. E questo malgrado i buoni propositi sul risparmio delle risorse pubbliche pronunciati a gran voce oltre che al governatore Marrazzo anche da una buona parte dei rappresentanti della maggioranza di centrosinistra. La tiritera è sempre la stessa: si promette di tagliare le spese superflue e poi si mantengono in piedi consulenze di migliaia di euro.
Per entrare nello specifico basta consultare i report delle spese che vengono attribuite ai singoli assessorati regionali e scoprire che le direzioni di cui sono costituiti ingaggiano spesso e volentieri professionisti esterni all’amministrazione per sbrigare mansioni e incombenze. Oltre 3milioni e mezzo di euro sono stati impegnati nel solo 2008 per consulenze. Precisamente 3.594.791 euro. Si tratta di spese (spesso occultate nei capitoli di bilancio come servizi) che fanno capo direttamente ad «assistenze tecniche e gestionali anche di tipo consulenziale prestate - così è scritto nei documenti - da soggetti esterni (istituzioni, professionisti, ecc.)». Insomma non si tratta di una rosa di professionisti e tecnici che affiancano i singoli assessori o la presidenza delle giunta nelle mansioni quotidiane, ossia sulla migliore politica da seguire, ma di vera e propria assistenza tecnica e gestionale per il funzionamento degli ingranaggi amministrativi nelle varie direzioni regionali.
Quanto alle cifre impegnate per tale esercizio c’è poco da stare allegri per i cittadini (e molto, invece, per i consulenti stessi). Già, perché non si tratta di spiccioli a leggere tutti i fogli che riportano i costi specifici per i vari assessorati, tranne quelli alla Casa, Cultura, Istruzione e Formazione che non hanno pubblicato i loro report). Le direzioni che fanno capo all’assessorato alla Sanità hanno vincolato 38.174 euro, quelle al Bilancio 78.089. Per quanto riguarda l’assessorato alla Mobilità le spese per le consulenze esterne valgono zero in compenso però ci pensa l’Aremol (Agenzia regionale per la mobilità) a fare il pieno di incarichi: 262.190 euro.
Impegnative anche le consulenze dell’assessorato alla Sicurezza (224.651 euro) e Infrastrutture (163.247 euro). Meno esose quelle dello Sviluppo economico (50.000 euro), Urbanistica (40.278 euro), Tutela dei consumatori (47.619 euro) nonché dell’assessorato a Lavoro e politiche giovanili (70.000 euro). Somme ingenti invece vengono sperperate dall’assessorato alle Attività produttive (340.678 euro) e da quello all’Ambiente (321.102 euro).
Ma dalla disamina del complesso dei documenti emerge che c’è addirittura chi spende ancora di più e si tratta sempre di costi di funzionamento. L’assessorato al Demanio e personale produce all’attivo un dispendio di 1.958.763 euro solo per lo scorso anno. In pratica la direzione al Patrimonio impegna 393.359 euro per consulenze e assistenze quanto alla direzione per l’organizzazione del personale si fregia di utilizzarne ben 1.565.404. Tuttavia l’inventario non si ferma qui.

Infatti se si volesse conteggiare davvero l’ammontare complessivo delle consulenze si dovrebbero includere quelle dei professionisti che affiancano i singoli assessori. Circa un altro milione e mezzo che porterebbe il totale a superare la soglia dei 5 milioni di euro ogni anno.

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