Riusciranno l'omeopatia, l'agopuntura e la chiropratica a curare le ferite interne degli abruzzesi colpiti dal sisma? É quello che spera la Protezione civile, che infatti ha recentemente stipulato un contratto con la Federazione italiana delle associazioni e dei medici omeopati(Fiamo) per fornire alla popolazione terremotata il sostegno delle cosiddette medicine non convenzionali.
In termini concreti, il supporto offerto dalla Fiamo prevede l'impiego di un container di 60 metri quadri, da cui è possibile ricavare una sala d'attesa e due studi medici, oltre ai servizi igienici. «La particolare situazione delle popolazioni colpite da cataclismi configura pienamente un ambito di intervento privilegiato - si legge in un comunicato - per gli approcci medici sistemici che pongono la persona nella sua unicità al centro della cura, assicurando trattamenti individualizzati e realizzando una cura veramente centrata sulla persona».
Passata l'emergenza, passato il G8, passato tutto il clamore mediatico che ne è derivato, stanno adesso emergendo con sempre maggiore evidenza i postumi traumatici del terremoto, complicazioni che non risparmiano nessuna categoria, dai bambini agli anziani. I soggetti colpiti necessitano quindi di un particolare ascolto, in quanto la sintomatologia fisica è molto spesso espressione di un disagio ben più profondo. «E' in situazioni come questa che un approccio sistemico, quale quello espresso dall'omeopatia e dalle altre medicine non convenzionali, può giocare un ruolo decisivo sulla salute globale della popolazione».
Una recente indagine del Censis, gennaio 2009, ha rilevato che oltre il ventitrè per cento degli italiani nel 2008 ha fatto ricorso a medicine complementari e alternative. Si tratta di una fetta significativa di cittadini che, convinti dell'efficacia delle cure non convenzionali, le utilizzano in modo consapevole, ben sapendo cioè che sono interamente a loro carico.
Attualmente in Italia si contano molti operatori (medici, odontoiatri e veterinari) di Mnc. Di questi, circa 12.
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