Da un lato le difficoltà della casa madre e i dubbi sulla cessione di Opel, dallaltro la bontà di nuovi prodotti come lInsignia e lultima generazione di Astra. Roberto Matteucci, amministratore delegato di General Motors Italia, si è trovato a gestire un 2009 difficile.
Quanto ha pesato sui risultati della filiale che guida la telenovela della vendita di Opel, poi conclusa con un nulla di fatto?
«Non nascondo che, soprattutto nella prima parte dellanno, la straordinaria esposizione mediatica a cui siamo stati sottoposti si è tradotta in un certo disorientamento da parte della clientela. Fortunatamente, questo discorso è ormai chiuso. Ma tutto sommato, limpatto è stato limitato. Lo dimostra il successo che ha ottenuto lInsignia, insediandosi subito ai vertici della categoria e strappando clienti alla concorrenza proprio nel momento in cui era massima lincertezza sul destino del marchio. Adesso la situazione è diversa: Opel è parte integrante e importante di un gruppo che quantomeno vale 7 milioni di veicoli lanno».
Laspetto qualità, ora.
«Gm aveva già deciso da tempo di adottare la guidabilità e gli standard qualitativi europei anche per i prodotti destinati ad altri Paesi e proprio con il progetto Insignia è stata realizzata la prima piattaforma mondiale del gruppo, da cui saranno derivate a breve le nuove berline americane marchiate Buick. Per le compatte è stata fatta, invece, una scelta diversa, puntando sui prodotti di origine Chevrolet. Opel, comunque, manterrà la propria indipendenza e potrà adattarli ai gusti della clientela europea».
Come ha esordito la nuova Astra?
«Siamo estremamente soddisfatti. In Italia, nonostante un mercato debole, abbiamo raccolto 5mila ordini in meno di un mese. Del nuovo modello piacciono lo stile e anche la qualità percepita. Durante lanno, poi, arricchiremo progressivamente lofferta: in aprile arriverà la versione EcoFlex con emissioni di CO2 ridotte a soli 109 g/km, mentre in autunno debutteranno la sportiva Gsi a 5 porte e la wagon».
Altre novità in arrivo?
«Tante. Il 2010, per noi, è un anno di grande offensiva di prodotto. Lanciamo in questi giorni la versione a Gpl di Agila e laggiornamento di Corsa con nuovi motori, in particolare il 1.3 da 95 cv con emissioni di CO2 sotto la soglia dei 100 g/km. Poi, da maggio sarà nelle concessionarie la seconda serie di Meriva, modello ancora una volta innovativo».
Lapertura ad armadio delle porte metterà le ali alle vendite o rappresenterà un freno?
«Tutti le ricerche che abbiamo condotto ci danno ragione: questa soluzione rende più accessibile labitacolo e ha uno straordinario impatto anche sulle stile. La prima Meriva ha inventato la categoria delle monovolume compatte, la seconda con le FlexDoors alza nuovamente lasticella della flessibilità di utilizzo».
Quale obiettivo in Italia nel 2010?
«Un incremento della quota di mercato, rispetto al 5,9% del 2009. Ma non a tutti i costi. Auspico, al riguardo, che non si scateni una guerra dei prezzi».
La vostra posizione sugli ecoincentivi.
«Comprendiamo la necessità di uscire dal sistema degli incentivi. Sarebbe stato logico, però, un approccio graduale. Invece ci ritroviamo con un rinnovo prima promesso, poi rimandato e infine smentito, senza che sia ancora detta lultima parola. E la conseguenza è il blocco del mercato: meno 40% di ordini, con prospettive anche peggiori. Noi continuiamo a ritenere auspicabile il rinnovo degli incentivi, anche con valori più bassi».
È in primo piano il tema dei richiami. Prima di Toyota, Opel si è trovata qualche anno fa a dover correggere un difetto alle cinture di sicurezza. Cosa vi ha insegnato quella vicenda?
«A non accettare più certi compromessi.
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