Berlino - L'annuncio, che era nell'aria, arriva nella notte. Tocca al ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck: il gruppo Magna e non Fiat sarà il nuovo proprietario di Opel. Il consorzio austro-canadese, alleato alla russa Sberbank, si trasforma così in un nuovo gruppo con 5 milioni di vetture l’anno e punta, con l’aiuto di Gaz, sui mercati dell’ex Urss.
L'intesa L’accordo si articola in tre punti principali: un memorandum d’intesa con Magna e, per Opel, un’amministrazione fiduciaria e un prestito ponte dallo Stato tedesco per 1,5 miliardi. La Magna garantirà dalla prossima settimana la liquidità necessaria. L’accordo finale è atteso nel giro di quattro-cinque settimane, ha detto l’amministratore delegato di Magna, Siegfried Wolf, aggiungendo che l’iniezione di capitali freschi, per la casa automobilistica tedesca, sarà di 500-700 milioni di euro.
Gli esuberi Circa 11mila in tutta Europa, 2.600 in Germania: questi i posti di lavoro che saranno eliminati in concomitanza con l’acquisizione da parte della canadese Magna, ma tutti e quattro gli impianti tedeschi resteranno aperti. Lo ha riferito oggi una fonte governativa, aggiungendo che non si esclude che ulteriori investitori possano unirsi al takeover dell’unità di Gm. La fonte ha aggiunto che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Usa, Barack Obama, in cui hanno convenuto sull’importanza di un accordo equo sui rispettivi interessi. La Germania è inoltre fiduciosa che gli altri paesi Ue non avranno problemi sull’accordo.
Il governo tedesco "Si è trattato di un difficile processo di valutazione, nel quale prognostici e ipotesi hanno avuto un ruolo" ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, al termine del vertice in cancelleria che ha approvato l’accordo Gm-Magna per la Opel. "Io ero arrivato a un’altra valutazione dei rischi, mentre i miei colleghi di governo, con motivi molto validi, sono arrivati a un risultato diverso - ha aggiunto -. Mi rendo conto dei rischi di un’insolvenza e così il governo è arrivato ad una decisione che io ora sosterrò".
Marchionne si rassegna Le sconfitte non piacciono a nessuno, neanche a Sergio Marchionne che dal suo arrivo a Torino, nel 2004, si è costruito passo dopo passo l’immagine di uomo vincente. Ma, fanno notare negli ambienti a lui vicini, "la vita continua". Secondo il Lingotto grazie invece all’accordo con Chrysler la "guerra della sopravvivenz" nel emrcato globale dell'auto potrà essere vinta. Il problema è un altro. È il modo con cui si concludono le cose. Ed ecco che allora Marchionne ha le idee molto chiare: la vendita di Opel ha "l’aria di una soap opera brasiliana". E se la vita continua, come tutti pensano al Lingotto, allora bisogna muoversi in fretta e riadattare le strategie verso altri traguardi. Il primo è la definizione dell’accordo con Chrysler che Marchionne spera di chiudere entro lunedì prossimo. "È l’accordo primario - ha detto ieri - siamo focalizzati su quello".
Franceschini accusa "È stata un’occasione persa, mi pare che altri governi si siano
impegnati in modo molto determinato per sostenere le loro imprese, da noi c’era un pò di distrazione". Lo ha detto il leader del PD Dario Franceschini, commentando gli sviluppi delle trattative tra la Fiat e Gm sulla Opel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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