Opere d’arte rubate, imprenditore nei guai

Marco Pirola

Colpo grosso, ma questa volta a farlo non sono stati i ladri, ma i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Monza, con sede nella Villa reale. Si tratta di 19 quadri e un inginocchiatoio del valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro. L'operazione, «Fede, mito e natura» ha portato all'individuazione delle opere d'arte rubate e alla denuncia per ricettazione di un collezionista privato, un imprenditore agricolo di 59 anni, residente nella provincia di Cremona. I beni recuperati erano stati in gran parte rubati dal castello dei conti Thun, in provincia di Trento, in casa di un industriale lissonese e nella chiesa di San Giovanni a Sondrio nel 1995. In quest’ultima occasione ladri «acrobati» avevano asportato 37 quadri di grandi dimensioni posti ad un’altezza di 15 metri. Li hanno perfettamente restaurati e poi rivenduti nel corso degli anni. Particolare questo che indica una perfetta organizzazione alle spalle che si preoccupa dei furti su commissione e della custodia delle tele.
Secondo le indagini, a cui hanno collaborato anche i carabinieri di Lecco, Domodossola e Cremona, la svolta nelle ricerche è avvenuta nel gennaio scorso, durante la perquisizione in casa dell’imprenditore agricolo cremonese. In quell'occasione, infatti, i militari hanno riconosciuto due dipinti del XX secolo del maestro Carlo Fornara, un discepolo di Segantini, del valore di 15mila euro ciascuno. Tele provenienti da un furto avvenuto a Domodossola nel 2004. I carabinieri, a quel punto, hanno sottoposto a controllo l’intera collezione privata del ricco imprenditore, comparandola poi con la banca dati del Nucleo tutela patrimonio artistico che cataloga tutte le opere d'arte italiane.
Alla fine i pezzi sequestrati sono stati 20. Tra cui 2 dipinti di scuola lombarda del XVIII secolo raffiguranti le Muse della poesia e della scultura, rubate nel 1999 nell'abitazione di un industriale brianzolo; l’«Ecce homo» di Denys Calvaert, maestro fiammingo del XVI secolo, trafugato in provincia di Varese; il «San Geremia» di Pietro Ligari, del XVII secolo, rubato nel 1995 con altre 36 tele dalla chiesa di San Giovanni a Morbegno, 2 dipinti a soggetto floreale, di anonimo lombardo del XVII secolo rubati nel 1991 in una casa privata di Chiari, in provincia di Brescia; 11 nature morte di scuola fiamminga del XVIII secolo, rubate nel 1990 nel castello di Thun, a Ton, in provincia di Trento e due paesaggi montani del pittore divisionista Carlo Fornara. Insieme ai quadri è stato ritrovato anche un prezioso inginocchiatoio di legno intarsiato del XVIII secolo, rubato nel 1993 a un antiquario di Padova.
«Tutti furti su commissione - ha spiegato il capitano Giovanni Ilari, comandante del Ntpa dei carabinieri di Monza -. Questo ci fa pensare che esista una vera e propria organizzazione che trafuga opere d'arte in tutto il nord Italia per poi piazzarle sul mercato clandestino». L’organizzazione ha a disposizione anche abilissimi restauratori che intervengono dopo il furto per restaurare le tele più deteriorate e aumentarne il valore commerciale. «Restauri eseguiti a opera d’arte il che fa pensare che dell'organizzazione facciano parte veri specialisti del settore - sottolinea Ilari - Non si tratta però di una struttura verticistica, con un capo e degli esecutori, ma di una rete diffusa che coinvolge decine di persone».
Dall’inizio di gennaio ad oggi lo speciale nucleo dell'Arma che ha competenza su tutto il Nord Italia ha recuperato 2.075 opere d'arte per un valore di oltre 15 milioni di euro.

Un saldo attivo di 400 pezzi se si pensa che in tutto lo scorso anno ne erano stati sottratti 1.640. Sempre da gennaio sono stati 55 i furti scoperti a danni di chiese i cui autori sono stati assicurati alla giustizia, nel 2004 erano stati 187.

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