Mercoledì scorso, durante le «anteprime» riservate alla stampa dei film che andranno a Venezia, gli addetti ai lavori si interrogavano su quanto avrebbe potuto incassare un film come Oppenheimer. I più ottimisti presagivano un debutto da 600mila euro, a stare larghi, e una fine corsa da 6 milioni.
Invece, «clamoroso al Cibali», verrebbe da dire, visto che la pellicola (anche se tali non sono più) di quel genio di regista che corrisponde al nome di Christopher Nolan ha incassato, in un solo giorno, al debutto, la bellezza di 2.028.801 euro. Staccando ben 262.832 biglietti che, considerando anche che si trattava di un mercoledì 23 agosto, è un risultato pazzesco. Oltretutto, stiamo parlando di un film che dura ben 3 ore, penalizzato quindi, al botteghino, come numero di spettacoli, vista la lunghezza. Ciò non ha impedito che nei 473 cinema in cui è stato proposto (molti hanno riaperto proprio in coincidenza con questa uscita e tanti hanno aggiunto al volo delle proiezioni extra) la media sia stata di 4.289 euro. Insomma, il racconto della genesi della bomba atomica, che altro non è che uno splendido trattato di ambiguità morale, incentrato sulla figura dello scienziato americano J. Robert Oppenheimer, considerato uno dei padri dell'ordigno, ha attirato tanti spettatori nelle sale di tutta Italia.
Non un titolo commerciale, ma d'autore, che ha quasi battuto l'esordio di Barbie (2.140.283 euro) che, oltretutto, poteva contare su una durata minore. Quanto potrà guadagnare Oppenheimer in totale? Difficile prevederlo. Considerando altri film di Nolan e il loro moltiplicatore, si potrebbe ipotizzare un traguardo (ottimistico) di una ventina di milioni. Molto dipenderà anche dal passaparola degli spettatori, anche perché sui social i pareri sono nettamente discordanti.
Di certo Nolan ha battuto se stesso, considerando che il suo miglior precedente debutto era Il cavaliere oscuro - Il ritorno (1.287.831 euro e box office complessivo di 14.675.525 euro). Insomma, la miglior estate, come risultati, al cinema di sempre sembra non voler finire mai. E gli esercenti si sfregano, finalmente, le mani.
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