Ora Fini tira la volata alla sinistra: "Guai a non votare il referendum"

La linea della maggioranza resta la libertà di coscienza. Ma Reguzzoni fa sapere che nel fine settimana il Senatur non andrà a votare. Poi assicura: "Il referendum non ha alcun valore politico". Il centrosinistra al lavoro per raggiungere il quorum. Bersani è tranquillo: "Si vince facile, come a Milano". Il Terzo Polo senza linea unitaria

Ora Fini tira la volata alla sinistra: 
"Guai a non votare il referendum"

Roma - Alla fine il leader leghista Umberto Bossi non andrà a votare al referendum che si terrà nel fine settimana. Sebbene la linea del Carroccio e, più in generale, di tutta la maggioranza sia di lasciare libere le coscienze, il capogruppo dei lumbard alla Camera Marco Reguzzoni ha fatto sapere che il Senatur non si recherà ai seggi per votare. Ad ogni modo la Lega è convinta che, nonostante l'opposizione abbia fatto di tutto per caricare il referendum di un valore politico, il risultato non avrà alcuna incidenza sul governo. A prendere una posizione a favore del referendum è il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che annuncia: "E' molto importante andare a votare".

Il governo ragiona oltre il nucleare "Il governo ragiona e agisce da tempo oltre la scelta nucleare", spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ricordando che "dopo Fukushima governo e Parlamento hanno bloccato il programma di rilancio del nucleare abrogando definitivamente le norme emanate a tal fine. In questi mesi il governo ha avviato la definizione di una nuova strategia energetica nazionale, abbiamo completamente ridisegnato un sistema di incentivazione delle rinnovabili; sul fotovoltaico il lavoro è concluso e ad oggi sono stati installati oltre 6mila megawatt, una quota seconda solo alla Germania; entro l’estate emaneremo provvedimenti relativi ad altri fonti verdi". "Abbiamo - ha concluso Romani - know how e le basi industriali per costruire un futuro energetico più sicuro e questo dovrebbe essere un grande tema bipartisan per tutte le forze politiche".

L'opposizione lavora per il quorum Il Pd e l'Idv non perdono le speranze di poter raggiungere il tanto agognato quorum e rinnovano l’appello al voto. Il segretario dei democratici Pier Luigi Bersani va anche oltre ostentando un certo ottimismo: "Si vince facile come a Milano". Votare sì, insiste Giuseppe Lumia, sempre del Pd, significa anche contrastare le eco-mafie che ormai si sono infiltrate nella gestione dei rifiuti e dell’acqua. E' dunque battaglia fino all’ultimo colpo tra maggioranza e opposizione sui referendum. Intanto, la decisione della Corte Costituzionale di rendere comunque ammissibile il nuovo quesito sul nucleare è stata salutata dalle opposizioni con assoluta soddisfazione. "Si festeggia una nuova vittoria della sovranità popolare", aveva commentato ieri il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. 

Il nTerzo Polo senza linea unitaria Non perde occasione per non rimanere super partes il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che loda il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Ci sono mille motivi per avere ammirazione del capo dello Stato. E l’ho apprezzato soprattutto quando ha detto che andrà a votare ai prossimi referendum". Per il leader del Fli, "il referendum è una forma di partecipazione del cittadino. Può stare a casa, è un suo diritto, ma in questo modo si incentiva l’assenza di partecipazione". Il Terzo Polo, tuttavia, non ha una linea unitaria: l’Udc dirà "no" a quelli sull’acqua e per il resto lascerà libertà di voto.

Anche il finiano Italo Bocchino ribadisce che non verrà data alcuna indicazione in merito. Mentre Francesco Rutelli avverte: voterà "no" a quello sulla privatizzazione dell’acqua, mentre dirà "sì" a quello anti-atomo.

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