Ora il Pd lancia il censimento delle coppie gay: "Riconosciamo i loro diritti come per gli ebrei"

Polemica sul sondaggio anagrafico proposto dall'Istat alle famiglie italiane. Il sito Gay.it e il vicepresidente pd, Ivan Scalfarotto, vogliono trasformarlo in un censimento per dimostrare quante sono le coppie gay nel Paese e chiedere allo Stato più aiuti. L'Istat frena: "E' una interpretazione forzata"

Ora il Pd lancia il censimento delle coppie gay: 
"Riconosciamo i loro diritti come per gli ebrei"

Roma - C'è una casella proprio all'articolo 4 del modulo Istat che tra le opzioni di famiglia, immediatamente dopo la casella "coniuge", spunta quella di "convivente". E l'occasione è subito parsa ghiotta al sito Gay.it che ha invitato gli omosessuali del Belpaese a partecipare in massa al sondaggio trasformadolo in un vero e proprio censimento: "La famiglia gay c'è e si vedrà". Una proposta che ha subito trovato il favore anche di alcuni parlamentari del Partito democratico. "E' un mezzo utile - commenta il vicepresidente Ivan Scalfarotto - a far capire quanto grande sia effettivamente il bisogno di strumenti per aiutare queste famiglie a vivere da cittadini in Italia". Immediate le polemiche.

Al di là della provocazione, l'Istat si è subito schierata contro Gay.it precisando che il sito ha preso una cantonata. Basta leggere gli estremi del modulo formulato dall'Istat per capire che la proposta del webmaster Alessio De Giorgi appare una vera e propria forzatura. Quando il capofamiglia dovrà specificare il tipo di rapporto che lo lega alle persone che vivono sotto lo stesso tetto, potrà anche scegliere la casella "convivente". A frenare De Giorgi ci ha pensato la dottoresse Viviana Egidi, curatrice del modulo Istat, che parla di "interpretazione impropria". "Contare le coppie gay non è un obiettivo del censimento - avverte - nello stilare il modulo, l'Istat si attiene al regolamento anagrafico", dove per famiglia si intende "un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune". Un amico, tanto per fare un esempio. Oppure un coinquilino.

De Giorgi non ci sta e torna all'attacco facendo presente che, mentre "l'Istat fa il suo lavoro" registrando fenomeni sociali, le coppie gay devono dichirarsi in nome di una "battaglia di civiltà". Battaglia che il Pd ha subito fatto propria con Scalfarotto. "Per la prima volta potremo sapere quante famiglie gay o lesbiche, con bambini o senza, vivono nel nostro paese e capire quindi quanto grande sia effettivamente, in termini statistici, il bisogno di strumenti per aiutare queste famiglie a vivere da cittadini in Italia", tuona il vicepresidente dei Democratici tirando poi in ballo la comunità ebraica: "Ci sono soltanto 30mila ebrei e tutti riconosciamo in modo sacrosanto i loro diritti. Delle famiglie gay e lesbiche, invece, sappiamo ufficialmente poco o nulla, dato che nessuno le ha mai contate ufficialmente". In realtà, la stessa sinistra non è così compatta sul fronte dei diritti alle coppie di fatto e, più in generale, alle unioni civili. Ne è la dimostrazione la presidente del Pd Rosy Bindi che, a Mirabello, ha rimarcato come "il matrimonio sia una convenzione eterosessuale" e ha invitato gli omosessuali a "creare una convenzione omosessuale". Non solo.

Le polemiche hanno diviso anche il centrosinistra bolognese sull'intitolazione di una strada a Marcella Di Folco, la trans scomparsa l'anno scorso sotto le Due Torri, che è stata consigliere comunale a Palazzo D’Accursio e fondatrice del Movimento identità transessuali. Ad ogni modo, anche la provocazione legata al sondaggio dell'Istat lascia il tempo che trova e rischia di accrescere la conflittualità anziché aprire un serio dibattito politico.

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