Da Ostia a Catania, tutti i precedenti

Ci sono storie come quella di Milano che hanno commosso l’Italia in passato. Nel 1997 l’Italia si commuove per il caso di Heyde, peruviana di 19 anni ricoverata al Grassi di Ostia per un attacco d’asma e poi caduta in coma irreversibile. È incinta di tre mesi: i medici provano a prolungare la gravidanza ma, dopo 13 giorni, Heyde muore e con lei il piccolo che ha in grembo. Nel 1998 a Lugo, in provincia di Ravenna, i medici riescono a pilotare con successo il parto di una madre in coma da sei mesi (era stata colpita da emorragia cerebrale al secondo mese di gravidanza): nasce così la piccola Shannon. A Milano, nel febbraio del 1999, una 25enne di origine polacca viene aggredita mentre cerca rifugio dal freddo, in un vagone: ha il cranio fracassato ed è incinta di sette mesi. I medici del Fatebenefratelli la ricoverano in rianimazione, ed è lì che, dieci giorni dopo, dà alla luce un maschietto, con parto cesareo. Altro caso a Catania nel 2004: la madre è in coma dal dicembre 2003, quando era al quinto mese di gravidanza, il 21 febbraio nasce Antonietta, con taglio cesareo. Nel gennaio 2005, una donna di Biella viene ricoverata al San Martino di Genova: è in coma a causa di una emorragia cerebrale ed è incinta di venti settimane.

Per lei non ci sono speranze e si scatena un dibattito sull’opportunità di staccare o meno la spina: l’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia si schiera a favore del nascituro: «È un dovere mantenere l’assistenza». Ma, pochi giorni dopo, la donna muore e, con lei, anche il feto.

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