Per vivere in salute è necessario adottare uno stile alimentare sano ed equilibrato. Talvolta può essere utile rivolgersi a un nutrizionista, ovvero un professionista in grado di elaborare una dieta adatta alle esigenze alimentari di ciascun individuo, migliorandone lo stato di salute generale.
Ma quando è il caso di affidarsi a un nutrizionista e in che modo il suo contributo può incidere positivamente sulla qualità della vita dopo i 60 anni?
Cosa fa il nutrizionista
Quando pensiamo al nutrizionista, siamo soliti immaginare un medico che ci "metterà a stecchetto" privandoci di dolci e golosi spuntini fuori pasto: niente di più lontano dalla realtà.
Il nutrizionista è un esperto di nutrizione, ovvero un professionista dotato di competenze medico-scientifiche tali da poter tracciare un profilo alimentare specifico per ogni persona. L'obiettivo è quello di garantire al paziente uno stato di forma ottimale, ridefinendo le modalità di approccio emotivo e comportamentale al cibo.
Generalmente il nutrizionista è un biologo, iscritto all'albo professionale, con un solido background in biochimica e fisiologia. Pertanto, conosce i processi metabolici e l'impatto sul corpo dei nutrienti contenuti negli alimenti. Insomma, si tratta di una figura professionale a tutto campo, che può davvero cambiare la vita in meglio.
Perché rivolgersi a un nutrizionista dopo i 60 anni
Ci sono decine di ragioni per cui una persona può decidere di affidarsi a un nutrizionista: dalla necessità di mettere o perdere peso, all'intenzione di acquisire un nuovo stile alimentare. Fatto sta che, al netto di tutte le possibilità, ci sono condizioni particolari per cui è necessario rivolgersi a un esperto.
Dopo i 60 anni, ad esempio, potrebbe essere utile rivedere la propria dieta per limitare l'insorgenza di alcune patologie e migliorare le aspettative di vita. In tal caso, il nutrizionista può essere di supporto per:
- ritrovare la forma fisica;
- regolare il metabolismo;
- strutturare un piano alimentare per condizioni patologiche diagnosticate;
- offrire consigli nutrizionali, specie per donne in menopausa;
- fissare un menu settimanale.
Come si svolgono le visite col nutrizionista
Prima di definire un piano alimentare, è necessario fornire al nutrizionista tutte le informazioni necessarie per poter definire una strategia dietetica mirata al soddisfacimento delle proprie necessità ed esigenze. Pertanto, ci sono due visite iniziali – una di anamnesi e l'altra di somministrazione della dieta - a cui seguono degli incontri periodici di controllo.
Prima visita
È un incontro di conoscenza. Durante la prima visita, si definiscono obiettivi e aspettative che il paziente intende perseguire. In questa circostanza, il nutrizionista provvede a:
- conoscere le abitudini alimentari del nuovo assistito;
- valutare la storia clinica e patologica;
- Rilevare peso, altezza e circonferenze (vita, gambe e braccia);
- misurare l'Indice di massa corporea (IMB);
- calcolare il metabolismo basale (MB).
Seconda visita
È il momento più importante del percoso intrapreso, quello in cui il nutrizionista somministra al paziente la dieta. Solitamente si tratta di un programma settimanale con un menu suddiviso per pasti giornalieri: dalla colazione alla cena.
Nella stessa sede - o via mail - vengono fornite informazioni relative alla preparazione e cottura degli alimenti. Non mancano poi nozioni e suggerimenti per realizzazione di ricette light.
Le visite periodiche
Le visite periodiche sono scandite con una frequenza di 3/4 settimane. Servono a verificare l'andamento della dieta e a ridefinire, se necessario, nuovi obiettivi.
In questa fase, il compito del nutrizionista è anche quello di motivare il paziente fornendogli il supporto emotivo adeguato. Dopodiché, la strada è tutta in discesa e i risultati potrebbero essere più sorprendenti di quanto non ci si creda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.