Cantieri infiniti in Sicilia: viaggio nell'isola senza infrastrutture

Cantieri aperti e mai portati a termine. Interventi urgenti per il riammodernamento di strade, porti e ospedali che restano al palo per anni e adesso si spera che da settembre tornino al lavoro gli operai

Cantieri infiniti in Sicilia: viaggio nell'isola senza infrastrutture

C'è una Sicilia ferma che vive nell'attesa di vedere finalmente realizzati progetti che sulla carta dovrebbero cambiare la viabilità dell'isola. Sulla carta appunto, perché poi la realtà è bene diversa. Un'isola spezzata a metà perché l'autostrada principale che collega Palermo con Catania è interrotta dal 2015 per il crollo del viadotto Himera. Trecento metri di strada che dopo 4 anni non sono stati ancora ricostruiti e che costringono gli automobilisti ad uscire a Scillato prendere una bretella che passa sotto il moncherino dell'autostrada e risale poco più avanti. Una via crucis a cui sono costretti i siciliani da quattro lunghissimi anni. Decine di cantieri strategici fermi o con ritardi abissali che mettono in serio dubbio la stessa realizzazione dell'opera.
Nel nostro viaggio tra i cantieri dimenticati partiamo da Palermo. Tre opere hanno spaccato in due la città: gli infiniti lavori dell'Anello e del Passante ferroviario, il collettore fognario della zona sud e i lavori per il riammodernamento del Policlinico. Uscendo da Palermo non va meglio, una delle tante incompiute è la ristrutturazione dello scorrimento veloce Palermo-Agrigento, un cantiere lumaca che costringe gli automobilisti a percorrere i cento chilometri che dividono le due città in quasi due ore. Lavori infiniti anche a Caltanissetta per la strada statale 640 tra Caltanissetta e Agrigento. Adesso sembra che con un primo stanziamento di 45,5 milioni i cantieri della Palermo-Agrigento e della Caltanissetta-Agrigento possano ripartire, ma al momento non si vede nessuno.
A Catania la situazione non va meglio: ci sono i lavori da ultimare sulla metropolitana di Catania, così come i lavori per il porto e l'interporto. Lavori anche al porto di Ragusa e il progetto (rimasto sulla carta) dell’Interporto di Termini Imerese. E proprio da Ragusa partirà la marcia del segretario del Pd Davide Faraone che raggiungerà a piedi Catania. Novanta chilometri, da Ragusa a Catania, 24 ore di cammino con una sola sosta a Francofonte per far sbloccare i cantieri dell'isola.

I ritardi sono nati dalle difficoltà del colosso Tecnis che ha dovuto interrompere molti dei cantieri che aveva aperto nell'isola. A Roma al ministero per lo sviluppo economico, è stato sottoscritto nei giorni scorsi un accordo per la vendita e il trasferimento di tutto il personale Tecnis alla D'Agostino Costruzioni. Il testo dell'accordo preliminare prevede per Palermo e la Sicilia il passaggio alla D'Agostino dell'anello ferroviario di Palermo, opera da 110 milioni di euro, ancora ferma al 20 per cento di realizzazione, ma anche i cantieri dove erano impegnate le società consortili come San Marco Scarl e Metro C Catania Scarl, che stanno realizzando l'ospedale di San Marco e la Metro Cibali, entrambi a Catania. Nell'accordo si stabiliscono le modalità con le quali verranno trasferiti tutti i 140 lavoratori diretti di Tecnis, tra cui i 27 impegnati nel cantiere dell'anello ferroviario di Palermo e che attendono da 4 mesi la loro mensilità. Per far ripartire al più presto i lavori dell'anello ferroviario, Rfi dovrà sottoscrivere al più presto un contratto d'appalto con la nuova società. I lavoratori verranno trasferiti mantenendo lo stesso livello di inquadramento e mansioni. "Le organizzazioni sindacali territoriali – spiega la Cgil – chiedono che, ultimata la definizione dei contratti, sia concordato un incontro con la D'Agostino per definire tempi e modalità di esecuzione dell'opera, eventuali affidatari che saranno coinvolti nel processo di velocizzazione del cantiere e le assunzioni per altri lavoratori edili palermitani, disoccupati e non, necessari per colmare i ritardi accumulati e contribuire al rilancio e alla conclusione dell'opera".

E poi c'è la grande incompiuta della Palermo-Agrigento. Nei mesi scorsi le visite - almeno quattro sull'isola - del ministro dei trasporti Danilo Toninelli dovevano essere il viatico per la ripartenza dei cantieri, ma dopo le elezioni europee non si è visto più nessuno. I lavori proseguono a rilento tanto che i sindacati nutrono sempre più dubbi sulla ripresa reale dei lavori nella statale 121. "Con il ritiro dell’emendamento salva imprese dal decreto salva cantieri assistiamo all’ennesimo fermo dei cantieri stradali Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta. Blocco che continuerà ad allungare i tempi prolungando il già annoso e lungo disservizio al traffico che da ormai troppi anni cittadini e imprese sono costretti a subire - dice Daniele Ruisi, presidente dell'Associazione Trasportatori e logistica di Confcommercio Palermo -. Non possiamo più accettare il ritardo infrastrutturale con una Italia in cui il Sud ha un'arretratezza inaudita e se guardiamo alla Sicilia addirittura possiamo parlare di Italia a tre velocità dove noi siamo tristemente all'ultimo posto".

Lavori fermi al palo anche per le strade provinciali e che il governo regionale sta provando a far ripartire con un piano strade per un complessivo ammodernamento della viabilità dell'Isola. Si tratta di una operazione che prevede un investimento di 102 milioni per rimettere in sesto settanta strade provinciali in tutta l'Isola. Nel dettaglio gli interventi previsti nelle varie Province e i relativi finanziamenti saranno suddivise per provincia. A Palermo 11 interventi programmati con uno stanziamento di 17 milioni e 275 mila euro; a Catania: 8 interventi previsti e uno stanziamento di 16 milioni e 610 mila euro; a Messina: 9 interventi e 17 milioni e 243 mila euro stanziati. Altri interventi per i liberi consorzi comunali.

A Trapani: 9 interventi per 13 milioni e 556 mila euro; ad Agrigento: 4 interventi per 3 milioni e 400 mila euro; a Caltanissetta: 10 interventi per 6 milioni e 580 mila euro; a Enna, 8 interventi per 8 milioni e 100 mila euro; a Ragusa, 6 interventi per 5 milioni e 240 mila euro, e infine, a Siracusa, 5 interventi per 11 milioni e 133 mila euro.

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