Mafia, il pentito Contorno: "Mio figlio ha 14 anni, ha già l’età per essere ammazzato"

Secretati gli audio del pentito Salvatore Contorno: i rapporti con la mafia, il mancato aiuto dello Stato e la necessità di salvare la propria famiglia

Mafia, il pentito Contorno: "Mio figlio ha 14 anni, ha già l’età per essere ammazzato"

Salvatore Contorno, il collaboratore di giustizia sentito dalla Commissione antimafia il 9 agosto 1989, poco tempo dopo il suo ritorno in Italia dagli Stati Uniti racconta il rapporto con Cosa nostra. Le sue audizioni sono state desecretate e dopo trent’anni sono rese pubbliche. "Io prima sono servito allo Stato italiano e poi sono stato abbandonato, mi hanno trattato come una pedina quando si gioca a dama. L'italiano prima mi ha avuto in Italia poi dall'Italia sono passato a Pizza connection, hanno finito i fatti loro e mi hanno abbandonato".

Un quadro che definisce i rapporti tra i mafiosi svela come la presenza della mafia sia presente sul territorio. Contorno era tornato da poco in Italia ed era stato arrestato e detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sollicciano. "Quando hanno ucciso mio cognato a Palermo, i giornalisti sono venuti fin sotto casa mia - racconto - . È chiaro che sapevano dove è la mia casa, lo hanno anche pubblicato. La mia famiglia abita ancora in quella casa, e lo conoscono tutti l'indirizzo". "Quindi di quale protezione gode la mia famiglia? Ho parlato anche con il dottor Sica, ho chiesto di cambiare casa. Ma mi è stato risposto "Vediamo"".

Documenti che oggi sono stati desecretati e che svelano un sistema di inefficienza burocratica. Il deputato Salvo Andò gli chiede: "Può dirci le persone con le quali lei si è lamentato?". E il collaboratore replica: "Io mi sono lamentato con i magistrati. Quando li ho visti. Li ho sempre fatto notare la fine che avevo fatto. Con i diversi magistrati che ho incontrato, quando venivano per l'interrogatorio e volevano sapere i fatti. Allora gli ho chiesto: "Voi venite da me, ma che cosa volete sapere? Voi volete sapere i fatti e poi, quando riempite il verbale lo firmate e ve ne andate. Dopo Contorno rimane in carcere o buttato in mezzo ad una strada". "Non me la sento più di collaborare con lo Stato perché, in queste condizioni, mi sento abbandonato. Questo discorso non l'ho fatto soltanto a un singolo magistrato ma a diversi magistrati".

Nel 1988 Contorno, che era sotto protezione, tornò in gran segreto a Palermo e si vendicò dei boss corleonesi, una vicenda con molti punti oscuri. Poi, nel 1989 venne nuovamente arrestato. Di recente il ruolo di Totuccio Contorno è stato interpretato dall'attore palermitano Luigi Lo Cascio nel film 'Il Traditore di Marco Bellocchio, in corsa agli Oscar. "Se lo Stato in Italia fosse presente la gente aiuterebbe lo Stato: la gente vede che lo Stato è assente per cui se qualcuno assiste ad un omicidio, un furto o qualsiasi altra cosa se ne va dentro. Se, invece, lo Stato fosse presente qualcuno potrebbe dire di aver assistito ad un fatto (per esempio una macchina rubata, un tizio che passava, un latitante).

Qualche persona ancora ci sarebbe per dire queste cose; ma lo Stato è assente e vedendo come hanno trattato me e Buscetta (abbandonati dallo Stato) chi potrebbe più collaborare con lo Stato", dice Contorno dalle parole riportate dall’agenzia AdnKronos.

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