Ha adescato una minorenne sui social, l’ha fatta spogliare e praticare atti di autoerotismo, ma adesso è finito nei guai. Si tratta di un palermitano di 36 anni che adesso potrebbe essere rinviato a giudizio per una sfilza di reati: pornografia minorile, estorsione, minaccia e revenge porn. La vittima è una 17enne della provincia di Belluno che non riuscendo più a nascondere quello che accadeva ormai da mesi, presa dalla disperazione, ha deciso di raccontare tutto alla madre.
Il rapporto virtuale tra i due è iniziato sul web alcuni mesi fa. Lui ha contattato la ragazza attraverso Instangram e dopo le prime conversazioni necessarie per prendere confidenza ha iniziato ad avanzare delle richieste più esplicite. Più di due mesi di chat in cui l’uomo ha chiesto ed ottenuto dalla minorenne foto che la ritraevano nuda e video dove lei metteva in atto pratiche di autoerotismo e altri comportamenti abbastanza pesanti.
Dopo aver ricevuto i messaggi il 36enne ha iniziato a minacciare la giovane dicendole che avrebbe svelato tutto a genitori e conoscenti. Inevitabilmente la studentessa assalita dalla paura e dallo sconforto per l’effetto che avrebbe potuto avere la diffusione di quelle immagini, ha raccontato tutto alla madre. Da qui ne è scaturita la denuncia alla Squadra Mobile di Belluno che ha avviato le indagini. Dunque la polizia è risalita al palermitano che in chat si spacciava per napoletano facendosi chiamare Marco. Questo in realtà è il suo vero nome, ad essere falso era il cognome e la sua origine. La ragazzina dal canto suo, ha una dipendenza dai social che è emersa durante le indagini.
Analizzandone le abitudini è stato accertato infatti che la 17enne trascorre anche intere giornate chiusa in camera collegandosi sui social dove spesso allaccia relazioni con gli sconosciuti. Quindi la conoscenza con il palermitano a giugno e l’inizio di quei “giochi” che si sono trasformati successivamente nel suo calvario. La situazione è divenuta pericolosa a fine estate, nel momento in cui il 36enne le ha chiesto di riprendersi il viso mentre commetteva le pratiche sessuali. In un primo momento la ragazzina adescata sul web ha ceduto, ma poi, successivamente ha iniziato a tentennare fino a rifiutarsi di continuare svolgere quelle pratiche e, da qui, l’inizio delle minacce, degli insulti e dei ricatti affinché lei continuasse a denudarsi e a compiacerlo. Presa dalla disperazione la vittima ha chiesto aiuto alla madre.
Nel corso delle indagini la polizia ha perquisito l’abitazione del palermitano rinvenendo e sequestrando telefonino, pc e diverse pen drive.
Ulteriori approfondimenti hanno portato alla luce anche una pagina web con una serie di donne nude alle quali il 36enne aveva chiesto delle fotografie allacciando molto probabilmente lo stesso tipo di rapporto che aveva con la ragazza. Se la Mobile riuscirà a provare la diffusione del materiale video e fotografico della chat privata intrattenuta con la 17enne, l’uomo verrà rinviato a giudizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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