Rifiuti, la svolta di Musumeci: dieci impianti pubblici di biogas

Potrebbe essere la svolta definitiva per il trattamento dei rifiuti in Sicilia. Il presidente della Regione Nello Musumeci ha dato il via libera alla costruzione di dieci impianti di biogas nell'isola

Rifiuti, la svolta di Musumeci: dieci impianti pubblici di biogas

Rifiuti arriva la svolta, almeno si spera. Bellolampo a Palermo, Bagheria, Partinico al confine con Balestrate, Altofonte, la zona industriale di Catania, dell’area Irsap di Ragusa, due terreni a Messina e Siracusa sono questi i siti che ospiteranno gli impianti di biogas oltre a quelli già autorizzati a Sciacca, Vittoria, Casteltermini e Calatafimi-Segesta. Una manovra che nell'intenzione del governo regionale vuole gestire in maniera definitiva l'annosa questione dell'immondizia. L’obiettivo è togliere il business dei rifiuti ai privati, proprio perché il rischio è quello che finiscano in mano alla criminalità organizzata. Un affare da 600 milioni di euro l'anno che fa gola a molti. "Il 70 per cento dei rifiuti in Sicilia viene ancora trattato negli impianti privati - spiega il presidente della Regione Nello Musumeci -. Non si capisce perché non vengano utilizzati a pieno regime quelli pubblici che sono capienti e in grado di sostenere i rifiuti di intere aree abitate. La gran parte degli impianti in Sicilia è privata e non si può stare ostaggio dei privati, vanno costruiti nuovi impianti preferibilmente pubblici. Le Srr, che sono le società di gestione, che dovrebbero indicare e proporre nuovi impianti sono stati distratti verso altri obiettivi. Ho dovuto affidare ad un commissario il compito di individuare dove e quando realizzare degli impianti pubblici. In Sicilia occidentale sono state individuate tre aree. Nella Sicilia orientale, dove ci sono la maggior parte degli impianti privati qui le Srr non ci hanno voluto indicare le aree da destinare alla costruzione degli impianti. Ecco perché è stata necessaria la figura di un commissario che individuasse almeno un'area nella provincia di Messina e una nella provincia di Catania".

Oggi, secondo gli ultimi dati reperiti e pubblicati sul sito del dipartimento regionale Acqua e rifiuti, la differenzia in Sicilia è arrivata al 38,35 per cento, con picchi che superano l'80 per cento soprattutto nei piccoli comuni e di contrappasso le difficoltà invece delle tre città metropolitane a superare quota 20. In ogni caso negli ultimi due anni sono stati fatti passi da gigante nella raccolta differenziata. "Più differenziamo, meno rifiuti vanno in discarica - prosegue Musumeci -. L'importante è non portare più i rifiuti al di fuori della Sicilia, perché portare fuori dall'isola i nostri rifiuti pesa poi sui contribuenti. Ce lo aveva chiesto il governo del Pd e noi lo abbiamo evitato". Intanto il governo Musumeci ha approvato la norma che ha stanziato sette milioni di euro per superare la crisi di Bellolampo nel palermitano. La giunta regionale ha condiviso, infatti, la proposta dell’assessore all’Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, di erogare un importo a titolo di anticipazione per l’asportazione del percolato. Al contempo, il Comune del capoluogo potrà dotare la Rap di risorse per fornire soluzioni alla vicenda del sito intasato di rifiuti e per lo sblocco dell’impianto per l’umido, che prima della chiusura serviva diversi centri di Palermo e provincia. La somma sarà restituita in dieci anni, attraverso la riduzione delle assegnazioni previste in favore del Comune.

L'intervento della Regione aiuterà dunque l’ente a sostenere i costi storici per lo smaltimento del percolato delle vasche dismesse, che tra il 2014 e il 2018 sono arrivati a oltre venti milioni di euro.

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