"Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?". Matteo Salvini replica così, caustico e stizzito, alla richiesta di Luigi Di Maio di riferire in Parlamento sui presunti fondi russi alla Lega.
Il capo politico del Movimento 5 Stelle, così come le opposizioni, cercano di cavalcare l'onda del Russia Gate, nella speranza di scalfire la leadership e il consenso del leader del Carroccio, ma anche con il rischio di prendere un granchio, rafforzando ulteriormente la posizione del ministro dell'Interno.
E così, quando il numero uno dei pentastellati, a braccetto con il Partito Democratico, ha chiesto al collega vicepremier e alleato di governo di riferire in aula sull'affaire dei presunti finanziamenti alla Lega arrivati dalla Russia, il ministro dell'Interno – così come riportato dal Corriere – si è sfogato con i suoi fedelissimi: "Non ho nulla da dire, presto questa storia sarà acqua passata.Non è per mancanza di rispetto verso il Parlamento. È che se pure andassi a riferire al Senato non avrei proprio niente da dire Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?".
A mettere in difficoltà il responsabile del Viminale anche Giuseppe Conte: il premier, infatti, ha scaricato sulle spalle di Salvini la presenza agli eventi ufficiali dell’esecutivo gialloverde di Gianluca Savoini il faccendiere che trattava a Mosca con i russi fondi alla Lega e che risulta indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale.
"Io rispetto i magistrati, lasciamoli
lavorare con fiducia e non diciamo nulla finché l’inchiesta è in corso", il pensiero di Matteo Salvini, convinto che il RussiaGate sia più un gossip montato ad arte, che qualcosa di realmente concreto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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