Prima l'aveva seguita, poi l'aveva convinta che fosse un tassista. Ma alla fine l'aveva violentata, derubata e abbandonata nella periferia di Palermo. Arriva la condanna a 10 anni e sei mesi per Martino Biuso, ex pip di 47 anni che, nel maggio del 2017, fingendo di essere un tassista, riuscì a far salire sulla sua auto una giovane donna inglese, che vagava in via Roma in cerca del suo hotel. Poi, però, dopo averla portata ad un bancomat, la condusse a Brancaccio dove la violentò e si fece consegnare i soldi, prima di abbandonarla sotto al ponte di via Giafar.
La giovane studentessa inglese si trovava a Palermo per un progetto universitario. Dopo avere trascorso la serata con delle amiche, si era ritrovata da sola in via Roma. Erano circa le 4 del mattino. La giovane però venne intercettata da Biuso che la convinse di essere un tassista e che l'avrebbe portata al suo hotel. Fu l'inizio dell'incubo. Sono state decisive le immagini delle telecamere e le tracce di dna sui vestiti della vittima. Era la notte fra il 12 e il 13 maggio 2017. La giovane, una ragazza di 20 anni inglese, si trovava in città per un progetto con l'università di Palermo. La ragazza era in compagnia di alcune colleghe proprio nella zona della movida in piazza Sant'Anna. Era un po' alticcia e, forse per una discussione con una delle amiche, decise di allontanarsi da sola alla ricerca di un taxi. Qui ha incontrato il suo carnefice, che si è finto un tassista.
Invece di accompagnarla in albergo, l'ha portata in una zona isolata per abusare sessualmente di lei. A quel punto Biuso l'ha abbandonata nei pressi del centro commerciale Forum, dove è stata ritrovata tra le sterpaglie da una guardia giurata che ha avvisato la polizia. La ragazza è stata trasportata in ospedale. Qui ha raccontato tutto agli agenti della squadra mobile di Palermo, mentre la scientifica ha prelevato e analizzato un campione di liquido seminale per tentare di risalire ad uno dei dna dei pregiudicati presenti in archivio. Decisive anche le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato la giovane ragazza passeggiare da sola e poi l'arrivo dell'auto. In un altro fotogramma si vede la giovane seduta sul sedile posteriore dell'auto.
L'uomo era stato arrestato dopo meno di un anno dalle indagini, con l'accusa di rapina, lesioni, porto abusivo di arma. Ma ha risposto anche di violenza sessuale e sequestro di persona.
Determinante il lavoro della polizia scientifica che, attraverso gli operatori del laboratorio di biologia, ha individuato sui vestiti della donna tracce di dna dell’aggressore e lo ha confrontato con quello estratto dai reperti acquisiti dal personale della squadra mobile.Dopo una prima condanna, il ricorso. Ma oggi arriva la sentenza della corte di appello che ha confermato la condanna a dieci anni e sei mesi per Martino Biuso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.