Il Papa: "Cristiani costretti a fuggire"

Il dolore del Papa: "I cristiani costretti a lasciare la loro terra". Un tribunale in Egitto ha comminato la pena di morte per l’autore della sparatoria che causò la morte di sei copti prima della messa di Natale

Il Papa: "Cristiani costretti a fuggire"

Roma - Anche nel mondo di oggi non mancano situazioni a causa delle quali "talvolta, purtroppo, i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo nel breve discorso che ha preceduto l’Angelus, in occasione della Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato. Intanto un tribunale in Egitto meridionale ha comminato la pena di morte per l’autore della sparatoria che, nel gennaio 2010, causò la morte di sei cristiani, subito prima della messa di mezzanotte del Natale copto.

Il dolore del Santo Padre "Nella festa della Santa Famiglia, subito dopo il Natale, abbiamo ricordato - ha detto il Papa - che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato". "La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l’esperienza della migrazione", ha ricordato sottolinenando che "d’altra parte, gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una città all’altra, da un Paese all’altro, da un continente all’altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti".

La condanna per la strage in Egitto Un musulmano è stato condannato a morte, in Egitto meridionale, per aver falcidiato sei cristiani, nel gennaio 2010, subito prima della messa di mezzanotte del Natale Copto (che si celebra il 7 gennaio).

La sparatoria, in un cui morì anche un poliziotto musulmano, avvenne dinanzi la Chiesa di un villaggio dell’Alto Egitto, Nagaa Hamady, vicino Qena; ed esacerbò le tensioni tra musulmani e la minoranza cristiana in Egitto, tensioni culminate nella strage all’esterno della Basilica di Alessandria, al termine della Messa di Capodanno, nel gennaio di quest’anno. L’ultima parola spetta adesso al Gran Mufti, la massima autorità religiosa in Egitto, che è chiamato a confermare la pena di morte.

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