"Giochiamo all'attacco". Alla sinistra lo ius cultarae non basta più

"Chi cresce e chi nasce in Italia è italiano". Così la deputata del Pd Oudad Bakkali ha presentato l'intergruppo parlamentare per la riforma della cittadinanza

"Giochiamo all'attacco". Alla sinistra lo ius cultarae non basta più

"Chi cresce e chi nasce in Italia è italiano". Non ha dubbi la deputata del Pd Oudad Bakkali che oggi, insieme ad altri colleghi dell'opposizione ha presentato l'intergruppo parlamentare per la riforma della cittadinanza di cui fanno parte una trentina tra senatori e deputati delle varie forze politiche di opposizione.

"La politica deve avere una componente visionaria e quindi non possiamo non essere determinati sul fatto che questa sia riforma deve essere un patrimonio comune", ha aggiunto la deputata italiana di origini marocchine che, nel corso del suo intervento, ha sottolineato il fatto che gli stranieri che vivono in Italia attendono questa riforma da oltre 30 anni. L''obiettivo è "aprire un dialogo e un confronto anche con questa maggioranza e con questo governo", ha dichiarato apertamente Bakkali, convinta che non si debba partire dalla recente mediazione del grillino Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali nella scorsa legislatura.

Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche i rappresentati di molte associazioni pro-immigrazioniste. "Legare il reddito all'ottenimento della cittadinanza va a detrimento dei più fragili tra i fragili" ha osservato Geri Ballo, portavoce di Volare e Rete per la riforma cittadinanza. Marwa Mahmoud, fondatrice della Rete per la riforma della cittadinanza, consigliera comunale a Reggio Emilia e membro della segreteria nazionale Pd, ha messo l'accento sul fatto che la cittadinanza viene ancora percepita "come un merito, una patente a punti". Le varie associazioni presenti all'incontri si sono fortemente spese affinché il dibattito non riparta dallo ius culturae, ma di cercare di allargare il dibattito per una riforma della cittadinanza che riguardi sia i minorenni sia gli adulti.

"Siamo nel 2023 e questo Parlamento non è ancora riuscito a ribaltare il paradigma antiquato e obsoleto dello ius sanguinis, a garantire pari diritti ai tantissimi stranieri che risiedono sul territorio italiano da anni e ai loro figli nati e cresciuti in Italia", ha attaccato Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra che ha aggiunto: "Anche dall'opposizione dovremo giocare d'attacco, mai in difesa su questi temi.

E continuare a chiedere ai colleghi e alle colleghe parlamentari se sanno rispondere alla domanda: perché no?". Questo non significa rinunciare al confronto. Anzi, "se avessi qua Giorgia Meloni farei di tutto per trovare un terreno di confronto su questo tema", assicura il deputato Grimaldi.

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