Da leoni in piazza ad agnelli in Parlamento. Il flop degli ex segretari entrati nel Palazzo

Da Lama a Epifani e Camusso: nessuno ha lasciato il segno

Da leoni in piazza ad agnelli in Parlamento. Il flop degli ex segretari entrati nel Palazzo
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Tre degli ultimi quattro segretari generali della Cgil hanno tentato, senza grandi successi, il salto in politica. La «casa comune», per tutti e tre, è stata quella del Pd. Il capo in carica della Cgil Maurizio Landini ci provò nel 2016 con la famosa coalizione sociale. Fu un clamoroso flop, che in molti hanno dimenticato. Soprattutto l'ispiratore dell'iniziativa non ha alcuna intenzione di resuscitare quel triste ricordo. Ora il numero uno della Cgil potrebbe riprovarci sotto la sigla di Avs, in cerca di una leadership forte che ponga fine alla diarchia Bonelli-Fratoianni. Già ai tempi di Luciano Lama, il feeling tra politica e capi sindacali è stato forte. Una specie di richiamo della foresta. L'ex partigiano, a capo della Cgil dal 1970 al 1986, per ben 16 anni, in politica ha avuto meno fortuna. Lama è stato senatore del Pci dall'87 al '94 riuscendo a strappare solamente la vicepresidenza di Palazzo Madama. Nel post guerra è stato ben tre volte deputato del Pci, senza mai occupare incarichi di vertice. Nel suo curriculum politico c'è anche l'esperienza da sindaco di Amelia, in provincia di Terni, dall'89 al '94. Il suo successore alla Cgil Bruno Trentin compie lo stesso percorso. Con identico risultato. Dalla Cgil alla politica, riuscendo a strappare al massimo l'elezione al Parlamento europeo nel 1999. Sergio Cofferati, il cinese, è stato forse l'ex segretario Cgil che ha toccato le vette più alte, dopo il salto in politica. Dalla Cgil diventa sindaco di Bologna, città che ritorna rossa dopo la vittoria di Giorgia Guazzaloca. È pronto ormai alla grande incoronazione ma viene mandato in esilio a Bruxelles come europarlamentare. Carica che manterrà per 10 anni. L'ambizione non si spegne. E nel 2014 prova a diventare presidente della Regione Liguria.

Cofferati, in aperto conflitto con l'allora segretario del Pd Matteo Renzi, si candida alle primarie con la candidata prescelta dai vertici Raffaella Paita. Ne esce sconfitto e si ritira a vita privata. Gli altri due segretari Cgil (prima di Landini) Guglielmo Epifani e Susanna Camusso passano direttamente nel Pd, dopo l'esperienza al sindacato. Per entrambi si tratta di buon retiro. Guglielmo Epifani accetta l'offerta dell'allora capo del Pd Pier Luigi Bersani e diventa deputato. Ed è forse l'unico a varcare l'ufficio al Nazareno che spetta al segretario nazionale del Pd. Infatti, nel 2013, Epifani sostituirà il dimissionario Bersani alla guida del Pd per sei mesi dopo lo scotto dei 101 che affossarono Romano Prodi al Quirinale.

Nel 2018 Epifani sarà rieletto in Parlamento con Leu, il partito di D'Alema e Bersani nato dalla scissione dal Pd. All'attivo ha solo la presidenza della commissione Attività produttive.

Infine, l'ultimo leader Cgil, prima di Landini, oltre al seggio in Parlamento ha rimediato come punizione la guida della federazione provinciale Pd di Caserta in Campania. Non proprio il massimo per una che puntava a una carriera da leader in politica. Ora Landini scalpita. Vuole sfatare il tabù degli ex segretari Cgil finiti pensionati della politica.

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