Rissa sfiorata, protesta delle giacche e seduta sospesa: è bagarre sul premierato al Senato

Durante la discussione sul premierato si incendiano di nuovo gli animi. Forti tensioni tra i senatori Menia (FdI) e Croatti (M5s), che rischiano di venire alle mani

Rissa sfiorata, protesta delle giacche e seduta sospesa: è bagarre sul premierato al Senato
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Ancora caos al Senato. Ancora bagarre. Il premierato continua ad agitare gli animi a palazzo Madama e in aula si ripete l'impietoso copione: i commessi intervengono per evitare la rissa e la seduta viene sospesa. Durante la discussione sulla riforma costituzionale si sono verificati momenti di tensione tra alcuni senatori del Movimento Cinque Stelle e di Fratelli d'Italia, tra insulti e scambi d'accuse. Ad accendere gli animi sarebbe stato l'intervento del pentastellato Ettore Licheri, che dai banchi aveva più volte fatto riferimento in tono polemico al premier Meloni e ai suoi senatori.

"Potete fare tutto perché 'voi siete Giorgia', ma sappiate che la Costituzione uscirà dalle vostre mani e andrà nelle mani dei cittadini", ha esclamato nel proprio intervento Licheri. Il successivo discorso, pronunciato dal capogruppo Avs De Cristofaro, è stato poi interrotto per il parapiglia scoppiato tra il senatore Roberto Menia (FdI) e il senatore di M5s Marco Croatti. Come testimoniano alcuni video, i due hanno avuto un acceso scambio di battute al centro dell'emiciclo, rischiando quasi il corpo a corpo. A smorzare le tensioni ci ha provato il questore De Poi e, con lui, altri senatori e i commessi d'Aula. Il tutto in un generale clima di nervosismo nel quale non sono mancate parole grosse.

Risultato? La vicepresidente, Anna Rossomando, ha sospeso la seduta e il presidente, Ignazio La Russa, ha subito convocato una riunione dei capigruppo assicurando che "la vicenda sarà oggetto di valutazione da parte della presidenza". Già nelle scorse ore il premierato aveva incendiato la situazione in Aula. Ieri, durante la discussione il senatore renziano Enrico Borghi aveva accusato il ministro Elisabetta Casellati di essersi lasciata andare a un gesto di forte dissenso nei suoi confronti. Circostanza smentita però dall'esponente di governo, che aveva spiegato le proprie ragioni e rispedito al mittente le rimostranze.

Ma i due episodi non sono rimasti isolati. In serata, infatti, le opposizioni hanno di nuovo scatenato la bagarre al Senato, ostacolando di fatto i lavori. E così è scattata l'assurda protesta delle giacche. Mentre era in corso la discussione e la votazione degli emendamenti all'articolo 3 della riforma costituzionale sul premierato, le opposizioni unite - da sinistra e verdi fino a Italia viva, passando per Pd e M5s - hanno messo in atto una protesta simbolica: tutti i senatori uomini si sono tolti la giacca (obbligatoria sia alla Camera che al Senato) rimanendo in maniche di camicia. La protesta, ha spiegato poco prima il responsabile riforme del Pd, Alessandro Alfieri, intervenendo in Aula, aveva l'intenzione di richiamare la maggioranza e il governo a un presunto"rispetto delle regole".

"Davanti a tentativi come il vostro di comprimere il dibattito e arrivare a inserire anche gli interventi sull'ordine lavori nel computo complessivo dei tempi contingentati, davanti a una maggioranza sorda e all'impossibilità di trovare un terreno comune, allora mandiamo un messaggio per dire che voi da questo punto di vista

avete solo da imparare da chi le regole le ha sempre rispettate", ha esclamato Alfieri. Rissa sfiorata, protesta delle giacche e seduta sospesa: sul premierato sono andati i più discutibili tentativi di opposizione.

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