"Sì allo sciopero". "Salvini vuole solo legge e ordine". Lo scontro sui sindacati

Lo sciopero generale ha acceso il dibattito politico. Ecco le opinioni del dem Arturo Scotto e del leghista Massimiliano Romeo

"Sì allo sciopero". "Salvini vuole solo legge e ordine". Lo scontro sui sindacati
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Lo sciopero generale di venerdì ha acceso il dibattito politico. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo raccolto le opinioni del deputato dem Arturo Scotto e di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato.

Cosa pensa della precettazione dello sciopero da parte del ministro Salvini?

Scotto: “È una scelta molto grave che lede il diritto costituzionale allo sciopero. Un atto premeditato da parte di Matteo Salvini che pensa così di costruire un profilo di legge e ordine verso le europee. Andrà a sbattere”.

Romeo: “Il ministro Salvini ha fatto il suo dovere, consentendo lo sciopero dalle 9 alle 13 e, rispettando le regole, prima ha incontrato le rappresentanze sindacali. Nessuno ha mai messo in discussione il diritto a scioperare, che resta sacrosanto. Esiste anche quello alla mobilità dei cittadini: la legge prevede delle garanzie in questo senso, non si potevano bloccare lavoratori e famiglie per un giorno intero, soprattutto alla luce delle disposizioni del Garante”.

Sbagliano i sindacati a confermare ugualmente lo sciopero?

Scotto: “I sindacati hanno tutto il diritto di scioperare. E di dire la verità: è uno sciopero generale articolato in più giornate. Non spetta nè al Ministro ne’ tantomeno alla politica sindacare su questa scelta. Che peraltro ha una piattaforma molto chiara: serve una svolta sociale che in questa manovra non c’è”.

Romeo: “Il problema è che nessuno ha osservato le ragioni dell’intervento del Garante, invitando a ridurre le fasce orarie. Protestare contro la manovra è un diritto che nessuno ha messo in discussione, ma fermare almeno 20 milioni di lavoratori in nome di una minoranza ci pare pretestuoso. Non vorremmo che qualche segretario sindacale abbia tenuto un atteggiamento politicizzato e ideologico. Lasciatemi dire poi, come esponente della maggioranza, proprio la legge di bilancio aumenterà gli stipendi più bassi”.

La decisione del Garante degli scioperi è discutibile?

Scotto: “La scelta del Garante come abbiamo potuto constatare questa mattina in audizione è squisitamente politica. Siamo insoddisfatti e allarmati anche perché non ha risposto a nessuna delle domande dell’opposizione. In particolare a una: quando uno sciopero si può definire effettivamente generale. In Italia non c’è mai stato uno sciopero che investisse - come nell’odierna interpretazione della Commissione di garanzia - tutte le categorie del lavoro pubblico e privato contemporaneamente. Ad esempio il lavoro domestico. Eppure nella storia del nostro paese abbiamo avuto tanti scioperi considerati generali e non multi settoriali come è stato sostenuto oggi dalla Garante Bellocchi. Aver definito lo sciopero del 17 novembre come multisettoriale è legato al fatto che ha vincoli di durata più stringente. Una scelta che rischia di creare un precedente gravissimo”.

Romeo: “La Commissione di Garanzia ha semplicemente fatto il proprio lavoro, non ha di certo negato lo sciopero. Non sono state opportune, al contrario, le dichiarazioni di alcune forze politiche che hanno fatto un vero e proprio linciaggio di un’Autorità che, ricordiamo, è indipendente. Sarebbe meglio per il bene dei cittadini abbassare i toni ed evitare ogni strumentalizzazione della vicenda ai fini elettorali”.

La Cisl si è sfilata fin da subito. L'unità sindacale è solo un antico ricordo?

Scotto: “La Cisl non ha condiviso le ragioni dello sciopero. Scelta legittima. Ma ha comunque convocato una manifestazione il 25 novembre per avanzare delle critiche, in particolare su pensioni, fisco e investimenti. Significa che non è tutto a posto evidentemente. Auspichiamo L’Unità sindacale sempre”.

Romeo: "Siamo in un Paese libero e democratico, i sindacati hanno il dovere di rappresentare lavoratori e lavoratrici come ritengono. Alcune organizzazioni di sinistra, hanno sottolineato che esiste anche il diritto al lavoro, peraltro quello che i sindacati difendono quotidianamente, che deve essere tutelato e garantito: impedire ai cittadini di muoversi per 24 ore avrebbe creato non pochi problemi in tal senso”.

Lo sciopero, come mezzo di lotta sindacale, ha ancora una sua ragion d'essere?

Scotto: "Lo sciopero è uno degli strumenti attraverso cui i lavoratori organizzano la democrazia. Gli scioperi sono vietati nelle dittature, nelle democrazie sono uno strumento di lotta che è rispettato non demonizzato come fa la destra. Salvini ha fatto dichiarazioni fuori dalla grazia di dio quando allude al week end lungo. Non sa evidentemente che per i lavoratori lo sciopero è un sacrificio perché ci rimette di tasca propria. È un modo di affrontare un passaggio così drammatico in modo cinico e squallido. Che ricorda tempi bui".

Romeo: "Lo sciopero è un diritto fondamentale dei lavoratori, sancito dalla Carta. Esso ha ragion d’essere nel momento in cui serve a sostenere la lotta sindacale e le istanze dei lavoratori: non ci sembra che in questo caso riguardasse problematiche specifiche attinenti al lavoro ma era una protesta contro l’azione del governo. Era una questione politica.

Se la Commissione di garanzia, che è il Garante istituzionale del contemperamento tra diritto di sciopero e diritti degli utenti, dice che mancano i requisiti per una mobilitazione generale i ministri poi applicano la legge per tutelare tutti".

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