Sì al tavolo tecnico sulla castrazione chimica: la stretta contro pedofili e stupratori

Il governo si impegna a istituire una Commissione per valutare la norma: il condannato per violenza sessuale potrebbe ricorrere al trattamento di blocco androgenico. La Lega esulta, la sinistra va all'attacco

Sì al tavolo tecnico sulla castrazione chimica: la stretta contro pedofili e stupratori
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In passato la Lega lo ha utilizzato come cavallo di battaglia contro pedofili e stupratori. Ora un prima passo trova spazio nel ddl Sicurezza in esame alla Camera, che ha approvato - con parere favorevole del governo - l'ordine del giorno che porta la firma del leghista Igor Iezzi: l'esecutivo si impegna a promuovere una discussione per valutare la possibilità da parte del condannato per violenza sessuale di aderire anche alla castrazione chimica. Il semaforo verde dell'Aula è stato accolto con soddisfazione da Matteo Salvini, mentre la sinistra è andata subito sulle barricate.

Via libera all'odg sulla castrazione chimica

Il governo dovrà istituire "quanto prima" una Commissione o un tavolo tecnico per prendere in esame la stretta, ovviamente "nel rispetto dei princìpi costituzionali e sovranazionali". Nei fatti - in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali - il condannato potrebbe dare il consenso ad aderire a percorsi di assistenza sanitaria, non solo di natura psichiatrica ma anche farmacologica.

"Anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva", viene specificato nel testo. L'obiettivo principale è proprio quello di evitare che il condannato possa macchiarsi dello stesso reato in futuro. Infatti la castrazione interferisce con la funzionalità sessuale grazie all'uso di opportuni farmaci antiandrogeni. Da qui l'idea di ricorrere al trattamento farmacologico, su base volontaria, come deterrente per i condannati per i reati in materia sessuale.

La Lega esulta

All'ok della Camera è seguito il post appagato di Matteo Salvini. Per il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si tratta di "un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso". Il segretario del partito di via Bellerio ha poi rivendicato la linea sul tema della sicurezza: "Tolleranza zero per stupratori e pedofili".

Soddisfatto il deputato leghista Igor Iezzi, secondo cui l'intervento sarebbe opportuno perché "ridurrebbe il rischio di recidiva per questi atroci reati". Ad esempio per i condannati per delitti di violenza sessuale. "Una battaglia storica della Lega che oggi compie un enorme passo avanti", ha aggiunto il capogruppo del Carroccio in Commissione Affari costituzionali di Montecitorio.

L'ira della sinistra

Di tenore completamente opposto le reazioni della sinistra. Per Simona Bonafè, deputata del Partito democratico, siamo di fronte a una proposta "incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Non è tardata ad arrivare la presa di posizione di Laura Boldrini, secondo cui viene negata la natura stessa dello stupro "che non ha nulla a che vedere con l'impulso e il desiderio sessuale e molto con l'odio, il dominio e la sopraffazione".

La parlamentare del Pd ha criticato pure l'impianto generale del ddl Sicurezza, visto come "un altro, lunghissimo, passo verso la democratura" a causa di un pacchetto di misure "liberticide e discriminatorie".

All'attacco sono andati anche Devis Dori e Filiberto Zaratti, capogruppo dell'Alleanza Verdi-Sinistra italiana nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera: "Rispunta come ordine del giorno l’ossessione leghista della castrazione chimica. La vocazione repressiva della Lega è senza confini e trascina senza sforzo tutta la destra, senza distinzioni".

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