Il Senato in piedi per Liliana Segre. "Vorrei lasciare una scia..."

L'istituzione della Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza, si è trasformato in un momento di solennità

Il Senato in piedi per Liliana Segre. "Vorrei lasciare una scia..."

Liliana Segre è una di quelle personalità che mantengono alto il ruolo del Senato, muovendosi con grande eleganza nei modi, compostezza, ma non nascondendo una certa ironia come quando ai giornalisti che l’aspettano fuori dall’aula dice - con un leggero sorriso -: “Tutti per me? Ma io voglio solo andare a prendere un caffè!”. L’istituzione della Commissione straordinaria contro il razzismo, l’intolleranza, l’antisemitismo, l’istigazione all’odio e alla violenza, fortemente voluta dalla senatrice, già nella precedente legislatura, è il raggiungimento di un traguardo che forse non si sarebbe mai immaginata nella difficile e crudele infanzia che si trovò a vivere. Soprattutto non avrebbe forse mai immaginato che la sua persona sarebbe stata oggetto di un rispetto unanime del parlamento della Repubblica.

Nel dibattito di stamani, più volte gli applausi hanno accompagnato il discorso della senatrice, omaggiata anche con una significativa alzata in piedi di tutti i presenti che si sono rivolti a lei per congratularsi per la passione, l’emozione e la forza che ha messo – nonostante i novantadue anni splendidamente portati – nel suo intervento. C’è sicuramente la soddisfazione per il clima e la condivisione trasversale della mozione, ma invita i più ottimisti a ricordare che il lavoro è ancora molto lungo. Il provvedimento che il Senato alla fine ha approvato, “riguarda la libertà di espressione e la tutela della persona. Non c’è infatti libertà di espressione senza rispetto della persona”. Il rispetto dei diritti e delle libertà altrui, passano inevitabilmente dalla Costituzione, “la nostra bussola che quest’anno compie settantacinque anni”.

Nelle preoccupazioni della senatrice c’è però anche l’uso dei social che hanno contribuito ad aumentare l’istigazione all’odio e all’intolleranza. Pieno supporto alle parole della Segre è arrivato anche dai banchi del governo, rappresentato dal ministro della Famiglia, Natalità e Pari opportunità, Eugenia Roccella che ha ammesso come “l’antisemitismo sia un fenomeno mai sopito”, e secondo i dati in suo possesso, “riguarda circa il cinquanta percento degli episodi di discriminazione”. La senatrice Segre, raggiunta all’uscita dall’emiciclo dal Giornale.it, ritiene che il voto unanimenon sia stato una sorpresa” e ci tiene a sottolineare come era presente “un’atmosfera diversa”. Se sarà sempre lei la presidente della Commissione – domanda posta da una giornalista -, risponde con tono divertito: “Dipende se mi voteranno. La presidenza è un fatto secondario, l’importante è che sia nata questa Commissione”. E conclude: “Vista la mia età, tutto quello che riesco a fare è tanto di guadagnato perché a novantadue anni non ho un futuro brillante davanti a me, e quindi cerco di lasciare una scia, spero profumata. Con ciò, se non mi fate andare a pigliare un caffè…”.

Prima dell’ingresso alla buvette – per prendere il desiderato caffè, in attesa del ritorno in aula - è un susseguirsi di complimenti, strette di mano, baci e foto con alcuni ragazzi. Se non fosse per il suo ruolo istituzionale e il grande valore morale e umano che porta la sua storia, si potrebbe dire di essere davanti ad una vera e propria diva del cinema. Tanto che il senatore Antonio Guidi, durante il dibattito ha voluto farle un complimento sulla sua “voce chiara e dolce che rende tutto più gradevole”, anche se poi ci tiene a precisare, onde evitare equivoci, che “la vera bellezza risiede nell’anima”. Il pensiero della senatrice come ribadito più volte nei suoi discorsi è rivolto ai giovani, affinché non sia disperso quel patrimonio storico e di testimonianze di cui è necessario fare tesoro per contrastare ogni forma di discriminazione ed evitare il ripetersi di simili crudeltà. Nonostante lo scenario internazionale non sia confortante, dall’Ucraina all’Iran. Proprio sull’importanza dei giovani e sul ruolo svolto dalle scuole, in ricorrenza delle celebrazioni delle vittime dell’Olocausto che si celebreranno il 27 gennaio, dinanzi alla domanda se ritiene fondato il sentimento di indifferenza, ha risposto al Giornale.

it: “C’è sicuramente una overdose riguardo al Giorno della Memoria... dipende dai genitori e dagli insegnanti, affinché i ragazzi che sono distratti da mille cose possano ancora far caso a questo evento. Altrimenti diventa un giorno come un altro”.

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