Una scialuppa di salvataggio al largo della costa e a bordo un bambino agonizzante. Scopriamo così, e siamo nel 1968, a sei anni dalla sua prima uscita, che Diabolik è un bimbo salvato dalle acque, sulla scia, absit iniuria verbis, di Sargon, Mosè, Romolo e Remo. In vena di buonismo, ci viene persino il dubbio che potrebbe avere avuto una qualche origine lì la crudeltà che gli cucì addosso mamma Angela Giussani (1922-1987), al punto che a Clerville, dove si svolge l'eterna battaglia con l'ispettore Ginko, non esiste la pena di morte se non per un solo essere umano, lui, Diabolik, che per altro ha scelto il proprio nome da una pantera. Ci vorrà Lady Eva Kant, e solo dopo un lungo impegno, per renderlo più incline al cloroformio e meno ai pugnali. Ma Diabolik resta Diabolik, anche dopo mille albi.
Dopo un breve ripasso del prequel, eccoci a un altro decisivo momento della nascita del personaggio: il parto nella mente e nel cuore di Angela Giussani, avvenuto alla stazione di Milano Cadorna. La signora abitava in una casa al secondo piano del piazzale, sopra la farmacia, in via Leopardi aveva sede la sua casa editrice Astorina e, guardando dal balcone ogni giorno il via vai di pendolari, improvvisa è arrivata la folgorazione: potevano essere loro, gli uomini che quotidianamente entravano e uscivano da Milano con le Ferrovie Nord, i lettori del fumetto per adulti che da tempo aveva in testa. «L'idea di prendere un cattivo vincente e trasferirlo dalle carrozze alle automobili e alle maschere di plastica è stata senz'altro vincente» dice l'erede delle Giussani, Mario Gomboli. Difficile contraddirlo.
Storie dure e scene noir, anzi violente ai limiti del sopportabile, con l'intenzione dichiarata di epater les bourgeois, che allora erano ciò che restava dei figli della cultura anni Cinquanta, che accende la nostra nostalgia soltanto a pensarci, eppure a un certo punto aveva avuto, almeno a tratti, epigoni conformisti e ipocriti. Mezz'ora il tempo di lettura, un formato tascabile per nasconderlo, perché anche se oggi può sembrare strano, Diabolik è stato vittima di sequestri, denunce, passaggi in tribunale.
Così sono le Ferrovie Nord di Cadorna le protagoniste dell'albo speciale, scritto e sceneggiato dal direttore editoriale di Diabolik, Gomboli, presentato ieri allo «WOW Spazio Fumetto» a un ampio schieramento di assessori regionali, oltre che ai presidenti di Ferrovie Nord e di FNM. L'albo sarà però in mostra a Cadorna, da lunedì 25 marzo e fino al 24 aprile, insieme a oggetti, immagini e approfondimenti. Pendolari (e anche no) potranno ritirare la propria copia gratuita di Diabolik e il segreto di Cadorna. Finita la carta, scatterà l'opzione Qrcode. Dopo il 24 aprile, il fumetto e i materiali di approfondimento entreranno a far parte del patrimonio culturale di Ferrovie Nord.
Spoilerare la storia sarebbe crudele forse persino per Diabolik.
Possiamo aggiungere che Angela Giussani (poi affiancata dalla sorella Luciana, 1928-2001) racconto più volte che la prima idea le nacque leggendo i feuilleton francesi d'inizio secolo scorso, soprattutto Fantomas, ma anche Rocambole e Arsenio Lupin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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