Poeta, scrittore, pittore, regista, attore, drammaturgo, giornalista, saggista. Volendo anche fumettista. Sì, Pasolini si è cimentato nel fumetto, realizzando con questa modalità non tanto un semplice storyboard quanto una particolare versione della sceneggiatura del film La Terra vista dalla luna. Nel 1966 Pasolini è al lavoro al citato cortometraggio che diventerà uno degli episodi del film collettivo Le streghe: prende la sceneggiatura e la trasforma in un fumetto a colori, quasi un'opera a se stante, capace di vita propria. Mescolando veloci tratti di biro e pastelli su alcuni fogli da disegno, in 34 tavole dà bidimensionalità alla trama del film prima che questa venga trasposta su pellicola. Si tratta di un unicum tra le opere pasoliniane, il cui originale è oggi conservato a Firenze presso l'Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti del Gabinetto Vieusseux.
In realtà il fumetto riguarda solo la prima parte de La Terra vista dalla luna, chiudendosi infatti con la scena del matrimonio tra Assurdina (Silvana Mangano) e Ciancicato (Totò). Di questa porzione di sceneggiatura Pasolini illustra sinteticamente le scene e i dialoghi tra i personaggi, i quali seppur stilizzati sono colti nelle loro peculiari caratteristiche somatiche, caratteriali, espressive. Il foglio, anziché essere suddiviso in due pagine, è usato in orizzontale e per intero, spesso con una gabbia di quattro vignette che enfatizza lo scambio di battute tra i personaggi e permette di indugiare sui primi piani dei volti resi in modo caricaturale. Tuttavia, a seconda della necessità Pasolini modifica questo ritmo. Troviamo fogli con due sole vignette, in verticale o in orizzontale, e addirittura una gabbia di dodici vignette disposte su tre file. I testi sono racchiusi in nuvolette e didascalie, come è d'uso, e presentano un'alternanza tra corsivo e stampatello maiuscolo.
In precedenza, per Accattone e Mamma Roma, aveva realizzato una serie di schizzi con funzione di storyboard: si tratta però di appunti per fissare visivamente la resa delle scene che si apprestava a girare, con i personaggi solo vagamente accennati. Uno strumento di lavoro funzionale alla scelta delle inquadrature, nulla di più, realizzato a biro su fogli volanti o su bloc-notes recuperati, con qualche indicazione dei piani e dei focali. Con La Terra vista dalla luna l'intento dell'autore cambia: Pasolini va oltre lo storyboard, ha la consapevolezza di creare un lavoro che presenta tutte le caratteristiche del medium fumetto, e che si colloca tra la sceneggiatura il testo scritto e l'opera cinematografica il cosiddetto testo filmico. Pura arte sequenziale, ricordandoci della definizione di fumetto coniata dal grande Will Eisner. Infatti, in una lettera del gennaio 1967 al suo editore Livio Garzanti, Pasolini parla soddisfatto del recente esperimento dicendo che gli piacerebbe assemblare in un libro, sotto forma di fumetti, una dozzina di idee per altrettanti episodi comici con protagonisti Totò e Ninetto Davoli, a prescindere da un'eventuale trasposizione cinematografica. Un vero peccato che tale progetto non sia andato a buon fine, chissà cosa ne sarebbe uscito!
Nel 2010 la sceneggiatura a fumetti è stata esposta a Firenze e pubblicata in un volume curato da Graziella Chiarcossi e Antonella Giordano; due anni più tardi, a Rimini, gli originali vengono esibiti nell'ambito di una rassegna che prevedeva anche una mostra delle tavole del graphic novel Pasolini di Davide Toffolo. Un dialogo a distanza, certamente interessante e non peregrino, dato che Toffolo disegna all'interno del suo lavoro proprio dieci pagine della sceneggiatura pasoliniana. Il fumettista, per chi non lo conoscesse, è un artista a tutto tondo, tra i primi a realizzare romanzi grafici in Italia e attivo come musicista con il gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti da lui fondato, e di cui ha narrato le avventure in una serie di albi. Nel 2021, indossando l'immancabile maschera da teschio dei T.A.R.M., era sul palco di Sanremo assieme agli Extraliscio per presentare la canzone Bianca luce nera.
Il fumetto è strutturato sotto forma di intervista immaginaria, tant'è che uscì vent'anni fa proprio col titolo Intervista a Pasolini per l'editore pordenonese Biblioteca dell'Immagine. All'epoca, racconta Toffolo, il mercato del graphic novel era molto limitato e non c'erano editori disposti a scommettere su di un testo così difficile. Nel 2005 il volume viene ristampato dalla Coconino di Igort col titolo definitivo, diventando un long seller. Dal fumetto è stato poi tratto lo spettacolo Pasolini. L'incontro sotto forma di concerto disegnato, dove Toffolo, accompagnato musicalmente dagli altri due Allegri Ragazzi Morti Enrico Molteni e Luca Masseroni, ripercorre la biografia e le opere dell'intellettuale fondendo immagini, disegno dal vivo, spezzoni di interviste e di recitazioni poetiche.
La trama di Pasolini è semplice, Toffolo immagina di essere contattato da una persona che dichiara di essere lo scrittore scomparso e di voler rilasciare un'intervista. I faccia a faccia tra i due avvengono in più tappe, in un itinerario che porta il disegnatore in alcuni dei luoghi pasoliniani per eccellenza: dal casello di Versutta nella campagna friulana ai portici di Bologna, dalla Roma di Ragazzi di vita e Accattone all'Appia Antica (il parco della Caffarella) e al lungomare di Ostia, dove si compì il destino; infine alle pendici dell'tna, set di diverse pellicole di PPP. Qui il «sig. Pasolini» non si presenta all'appuntamento ma appare in sogno al fumettista, e si congeda da lui con un dialogo dai toni drammatici e veementi. Le successive pagine del volume ritraggono Toffolo nella laguna di Grado, reduce da un bagno catartico, disteso sull'erba in una placida notte punteggiata dalle lucciole. È anche questa una citazione pasoliniana, a dimostrare come il graphic novel di Toffolo, basato su di una accurata documentazione, sia capace di rievocare nel lettore attento il pensiero di Pasolini in modo originale.
Pasolini è dunque una sorta di diario di viaggio nella poetica di uno dei personaggi più sfaccettati dell'Italia del Novecento. Le parole di Pasolini che leggiamo nei ballons, estrapolate da interviste e scritti d'epoca, ci scuotono dal torpore e risuonano oggi più lucide e attuali che mai; dai disegni in bianco e nero di Toffolo traspaiono la solitudine e lo sguardo malinconico dell'intellettuale scomodo che si considerava «contestazione vivente».
L'opera è un sentito omaggio dell'artista a un autore dedito all'anticonformismo e all'arte della parola, a una voce unica che in Uccellacci e uccellini così faceva esprimere il corvo: «I maestri sono fatti per essere mangiati in salsa piccante. Devono essere mangiati e superati, ma se il loro insegnamento ha un valore ci resterà dentro».
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