La patrimoniale della Marcegaglia non convince Imprenditori e associazioni: misura depressiva

La patrimoniale proposta da Confindustria prevede un prelievo annuale su tutti gli attivi delle persone fisiche, a partire da 1,5 milioni di euro. Da Doris al presidente di Confagricoltura, passando per imprenditori e associazioni, non sono pochi quelli che storcono il naso 

La patrimoniale della Marcegaglia non convince 
Imprenditori e associazioni: misura depressiva

C'è un punto presente nel manifesto per "salvare l'Italia" proposto da Confindustria che fa storcere il naso a imprenditori e associazioni di categoria. Quel punto si chiama patrimoniale. "Un prelievo annuale sul patrimonio delle persone fisiche", si legge nel documento esposto dalla Marcegaglia, accompagnato "dall'obbligo di indicare il proprio stato patrimonilae nella dichiarazione annuale dei redditi, per consentire di valutare la coerenza fra reddito e patrimonio".

Questo significa che, le persone fisiche, oltre agli immobili dovranno dichiarare le quote in società immobiliari, le azioni, i fondi, i finanziamenti, i depositi bancari e postali. Per viale dell'Astronomia questa misura sarebbe dell'1,5 per mille su tutti gli attivi, mobili e immobili, delle persone fisiche a partire da 1,5 milioni di euro e consentirebbe un gettito di sei miliardi di euro all'anno. L'idea, che per certi versi è molto simile a una nuova Ici, oltre ai favori dei firmatari del documento, ha riscosso però anche molte critiche e perplessità da parte di associazioni e imprenditori.  

"In Italia c’è una differenza sostanziale fra reddito e patrimonio. I princìpi di civiltà (prima ancora che le pronunce delle Corti costituzionali, italiana e tedesca) richiedono che l’incidenza della patrimoniale non possa superare la capacità di reddito dei beni colpiti. Fin che il partito della patrimoniale non prende posizione al proposito, la sua proposta è irricevibile. Sulla patrimoniale c’è molta confusione, anche fra i suoi sostenitori", ha sostenuto Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, l’associazione che raccoglie i proprietari di casa.

Meno ostile, ma cauto è sembrato invece il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che in un’intervista al Giornale, ha spiegato che l'intervento per la patrimoniale "occorre che sia ben calibrato, e che le risorse reperite stimolino efficacemente crescita e occupazione".

Il presidente dei Giovani imprenditori Jacopo Morelli ha spiegato invece che la patrimoniale andrebbe inserita "all’interno di una riforma fiscale complessiva" e "ha senso se prima si chiudono i rubinetti della spesa".

Molto più critico il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. "E' una operazione depressiva perché incide sul patrimonio fisico e sugli utili. Per noi il terreno è un bene strumentale, senza terreno non si può coltivare e questa misura penalizza l'attività". Poi Guidi ha mosso anche una critica nei confronti di Confindustria lamentando un'eccessiva ingerenza nella politica: "Non è bene che organizzazioni dicano cose che sono di competenza del governo - ha chiosato - sono cose che vanno lasciate alla sensibilità della politica perché altrimenti si rischia di lanciare un sasso nello stagno senza sapere cosa si va a colpire".

Il presidente della banca Mediolanum, Ennio Doris si è espresso in questo modo: "Se fosse utile, sicuramente sì, ma in realtà è un provvedimento recessivo. La cosa milgiore da fare per uno Stato come il nostro che ha così tanti beni è quello di vendere gli immobili. L'alienazione dei beni potrebbe consentire un abbassamento delle tasse, soprattutto per i ceti più bassi e per i lavoratori dipendenti che avrebbero così più disponibilità economica e ciò permetterebbe al Paese di riprendere a crescere".

Sergio Dompé, presidente di Dompé farmaceutici si era espresso sulla patrimoniale in un'intervista su Panorama, anche se all'epoca non era ancora stata presentata la proposta di Confindustria. Ma comunque Dompè era stato chiaro nelle sue posizioni: "Il criterio di solidarietà progressiva è comprensibile perché più alto è il reddito minore è il sacrificio. Ma prima vorrei vedere tagli seri ai costi della politica e una tassazione coerente delle rendite finanziarie (anche del 25 per cento) oggi privilegiate rispetto a quelle del lavoro. Se ciò non fosse sufficiente a risanare i conti, allora sarei disposto a versare un contributo di solidarietà anche per due o tre anni".

Era stato invece più netto Bernabò Bocca, presidente Federalberghi dichiarandosi "contrario alla patrimoniale sulle persone ad alto reddito, siamo già tra i più tassati in Europa. Provocherebbe solo una fuga di capitali all’estero".

L'ingegnere Paolo Colombo, 40 anni, amministratore delegato della Colombo Giuseppe aeree srl di Settimo Milanese, ditta specializzata nell'allestimento di ogni tipo di veicoli, è ancora più tranchant e non condivide la proposta di Confindustria. "Se l'intento è quello di fare emergere l'evasione è come sparare nel mucchio. Si colpiscono i soliti noti, ma non credo sia la strada giusta. Potrei anche accettare la patrimoniale se fosse una tantum, ma nella proposta di cui parla la Marcegaglia sarebbe una misura continuativa. Sarebbe più utile aumentare l'Iva sui beni di lusso".

E poi Colombo espone una perplessità nel merito della proposta: "Nel calcolo per la patrimoniale verrebbero conteggiati fondi obbligazionari o

azionari. Ma a quale valore? Quello nominale o quello effettivo di mercato? Perché se rispetto al momento dell'investimento c'è stata una svalutazione sarebbe paradossale tenere conte di un valore che non esiste più". 

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