Patto Sarkozy-Merkel: un piano in sei punti per rilanciare l'Europa

Asse Parigi-Berlino: nuovo Patto di competitività per i 27 più un vertice straordinario a marzo. I temi: abolire la scala mobile, mobilità del lavoro, tassazione unica per le imprese, età pensionabile unificata, tetto al debito degli Stati e gestione delle crisi bancarie

Patto Sarkozy-Merkel: 
un piano in sei punti 
per rilanciare l'Europa

Bruxelles - L'asse Parigi-Berlino per il rilancio della politica economica europea. Un piano in sei punti, quello messo a punto da Nicloas Sarkozy e Angela Merkel che chiedono anche a Bruxelles un vertice straordinario sull'economia in marzo. "Abolizione della scala mobile, accordo di riconoscimento reciproco dei diplomi e titoli di studio per promuovere la mobilità del lavoro in Europa, creazione di una base d’imposta unica per le imprese, adattamento dei sistemi pensionistici all’evoluzione demografica (aumento dell’età pensionabile), tetto all’indebitamento iscritto nelle costituzioni nazionali, introduzione di regimi nazionali per la gestione delle crisi bancarie". Questi i sei i punti fondamentali su cui i paesi Ue dovrebbero impegnarsi e mettere in atto "entro 12 mesi" per migliorare la loro competitività secondo il patto presentato oggi a Bruxelles ai leader dei 27 da Germania e Francia.

Impegni concetri e ambiziosi Nel testo del "Programma in sei punti per una maggiore competitività", i paesi Ue guidati da Germania e Francia sono chiamati a prendere "impegni concreti che sono più ambiziosi e obbligatori rispetto a quelli presi finora dai 27 Paesi dell’Ue". Per la loro realizzazione, si sottolinea nel documento, "ci vogliamo orientare sulle migliori pratiche".

Gli indicatori Tre gli "indicatori quantificabili" individuati come "decisivi per la competitività". Il primo "per misurare la competitività dei prezzi, come per esempio la stabilità dei salari unitari reali e l’orientamento del costo del lavoro sull’evoluzione della produttività". Il secondo è la "stabilità delle finanze pubbliche in generale", dove però "i criteri di valutazione sono ancora da definire", ma in cui verranno presi in considerazione "l’indebitamento pubblico implicito ed esplicito". Il terzo, un "tasso minimo d’investimento in ricerca, sviluppo, educazione e infrastrutture" di una percentuale del pil "da definire".

Le sanzioni Allo studio, si afferma nel Patto, anche "un meccanismo di sanzioni" per i paesi che non rispettino gli

impegni. Il compito di valutare i progressi fatti in "modo regolare", si legge nel documento, verrà affidato alla Commissione Ue e, se necessario, alla Bce e al nuovo Comitato Ue di sorveglianza sul rischio sistemico.

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