Il Pd già non si fida di Monti: leali ma niente prese in giro

Pier Luigi Bersani grida al colpo di mano. La replica Pdl: si dia una regolata

Il Pd già non si fida di Monti: leali ma niente prese in giro

Nomine Rai, giustizia, liberalizzazioni. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ne ha una per tutti e l'accusa all'esecutivo è sempre la stessa: il sì a provvedimenti ottenuto "con meccanismo di vecchia maggioranza, anche contro le indicazioni del governo stesso: questo è un problema". "Siamo leali", continua Bersani, che non nega il sostegno al governo Monti, "ma non ci lasciamo prendere in giro". Prendere in giro da "un colpo di mano sulle nomine Rai, una norma anti-magistrati e degli emendamenti al Senato sulle liberalizzazioni".

Il segretario del Pd non si limita alla critica. Fa notare che "le proposte le abbiamo consegnate al Parlamento e a quel tavolo vigileremo su quel che accade e nessuno interferisca, tutti quanti debbono sottolineare che non abbiamo bisogno di tensioni, divisioni, di fasi di rottura in un anno difficilissimo". 

A rispondere al segretario del Pd ci pensano i capigruppo Pdl di Camera e Senato. "Bersani parla come se avesse vinto le elezioni e se questo governo fosse di sua proprietà. Capiremo nei prossimi giorni il senso reale di questa inusitata offensiva", gli risponde Fabrizio Cicchitto, aggiungendo che "allo stato attuale delle cose ci sembra evidente che si tratta di un fuoco di sbarramento nei confronti della impostazione e della realizzazione di parti del programma di governo". E sulle dichiarazioni di Bersani torna anche Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato. Secondo Gasparri Bersani dovrebbe cambiare tono: "Non è il capoclasse. Nel merito gli diciamo: sul lavoro giustamente si sentono le parti sociali, in primis i sindacati, e sulle liberalizzazioni si dovrebbero lasciare intatti carrozzoni rossi dei servizi pubblici locali e non ascoltare le categorie? Non si può".

E ancora: "Sulla giustizia, deputati di destra, centro e sinistra votano per la responsabilità civile dei giudici e il Senato dovrebbe cancellare la scelta? La valuteremo nel merito, ma il principio resterà. Sulla Rai Bersani istiga a scelte incostituzionali e noi dovremmo convenire? Non esiste.

Il Parlamento ha poteri scanditi dalla Corte costituzionale. Chi li viola va davanti al giudice. Quindi si lavori sui problemi, ci si confronti su riforme e legge elettorale. Per il resto Bersani si dia una regolata".

 

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