Il Pdl al Quirinale: "Questa maggioranza o voto"

Dopo le parole di Bianconi Napolitano sfida la maggioranza: "Chieda l'impeachment". Ma i capigruppo Pdl: "Nessuno sta forzando la mano al capo dello Stato, ma è indubbio che nel nostro sistema bipolare i cittadini trovino sulla scheda anche il nome del premier"

Il Pdl al Quirinale: "Questa maggioranza o voto"

Roma - "Nessuno sta forzando o nemmeno pensa di forzare la mano al capo dello Stato, ma è indubbio che nel nostro sistema bipolare i cittadini trovino sulla scheda anche il nome del premier". I capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, rispondono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano", che ieri aveva sfidato la maggioranza a chiedere l'impeachment: "Altrimenti le sue resteranno solo indebite pressioni".

Il Pdl: "Nessuna forzatura" Secondo i capigruppo del Pdl, "ipotizzare governi tecnici o di transizione senza consenso elettorale sarebbe vista come una manovra di palazzo lontana dal mandato del popolo". "Il confronto di ieri dimostra che sono polemiche senza fondamento", aggiungono Cicchitto e Gasparri per i quali "deve esserci da parte di tutti un tentativo positivo di riprendere con incisività l’azione di governo, ma qualora non vi fossero i numeri per consentire alla maggioranza di procedere sui 4,5 punti, allora la soluzione dovrà essere quella di ricorrere alle urne".

Capezzone: "Napolitano sempre corretto" "Occorre rispettare il Presidente della Repubblica ed è giusto che nessuno tiri la giacca al Capo dello Stato. Il Pdl non lo ha fatto". Lo afferma il portavoce Pdl, Capezzone, che conferma "stima e fiducia a Napolitano, che ha agito sempre in modo corretto". E invita l’opposizione "a non fare strumentalizzazioni".

Il Pd: "Pdl eversivo" "Il Pdl fornisce una lettura surrettizia della Costituzione esercitando così una indebita pressione sul capo dello Stato - dichiara Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani - non esiste alcuna legge che avalli le forzature proposte, anche oggi, dagli esponenti del centrodestra". "Non esiste l'elezione diretta del presidente del Consiglio, questi non ha il potere di scioglimento delle Camere e tantomeno può indire elezioni, inoltre l'indicazione del nome del premier sulla scheda è un dato politico e non giuridico. Cicchitto e Gasparri proseguono nel sostenere una presunta Costituzione materiale che non esiste.

Qualsiasi interpretazione, diversa dal dettato Costituzionale, è, a questo punto, chiaramente eversiva. La verità è che Berlusconi si rifiuta di aprire la crisi perché la volontà popolare uscita dalle urne, poco più due anni fa, è stata tradita proprio dalle faide interne alla sua stessa maggioranza".

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