Se da una parte la Lega Nord continua a battere la strada dell'opposizione e a scaldare la piazza, il Pdl si ricompatta nel tentativo di costruire un dibattito, in seno al parlamento, al fine di varare una manovra economica quanto più equa possibile. Il partito di via dell'Umiltà non farà sconti al governo tecnico, ma apprezza la decisione di convergere col Pdl nell'evitare l'inasprimento dell'Irpef. "Non possiamo dire che voteremo a scatola chiusa: studieremo a fondo il testo", ha spiegato il coordinatore Angelino Alfano a Qn sottolineando che il Pdl si è battuto per "evitare eccessi come la pressoché totale eliminazione della circolazione del contante". "Questa manovra non serve a niente - ha commentato il leader della Lega, Umberto Bossi - è tutta da buttare".
"E' una medicina amara", ha commentato l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini spiuegando che le misure approvate dal Consiglio dei ministri da un lato contengono "molti degli impegni che il governo Berlusconi aveva già assunto, di fronte alle istituzioni europee", dall’altro aggiungono ulteriori interventi, "resi più dolorosi dall’aggravarsi della crisi in queste ultime due settimane". D'altra parte anche Altero Matteoli ha confermato il voto a favore del Pdl. Un voto che si preannuncia compatto. Al Mattino Claudio Scajola ha riconosciuto al Professore di essersi mosso con capacità, professionalità ed equilibrio: "Al governo si è chiesta una manovra non che riscuotesse consenso e popolarità ma in grado di salvare l’Italia dal fallimento. Si è usciti da una logica di tagli lineari e si è provato, conciliando tagli ed imposizione fiscale in modo che ognuno sopporti un peso, a promuovere lo sviluppo". Il favore del Pdl alla manovra si legge anche nelle parole di Osvaldo Napoli che, in queste ore, ha descritto il pacchetto come "un diavolo meno brutto di come è stato raffigurato".
Le uniche stoccate alla linea assunta dal Pdl arrivano dalla Lega. I lumbard continuano ad alzare le barricate contro il governo Monti. Profondamente contrario alla manovra, l’ex ministro dell’interno Roberto Maroni che ancora spera che gli ex alleati si ravvedano. "Mi auguro un ravvedimento operoso del Pdl - ha detto durante un’intervista a Radio Padania - non vedo come si possa votare l’aumento dell’Ici sulla prima casa. Non vedo come si possa votare una manovra che distrugge, affossa il turismo in Italia. Che reintroduce i bolli che noi avevano abolito. E' la sconfessione di quello che si è fatto in questi tre anni e mezzo".
E rivolgendosi agli ex alleati, Maroni ha avvertito che dovranno ingoiare diversi rospi per votare una manovra del genere: "E' l’esatto contrario di quello promesso in campagna elettorale nel 2008". "Con che faccia - ha concluso l'ex titolare del Viminale - uno può smentire gli impegni presi davanti ai propri elettori? Spero ritorni il senso della politica. E che si ridia la parola al popolo sovrano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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