Le pene di Adriano: «Danielle non c’entra mi mancano i gol»

Alessandro Parini

da Torino

Esagerato Capello? Forse no. Se ha scelto di prendere cappello per il secondo gol concesso al Messina, ci dev’esser un motivo. Un motivo serio. «Sono cose che non devono succedere e che mi auguro non si ripetano a Brema», ha tuonato don Fabio. Brema, appunto. Siamo allo snodo della stagione. Riprende la Champions League e le distrazioni non sono più ammesse. Meglio ricordare quanto accaduto l’anno scorso contro il Liverpool: due partite storte e tanti saluti alla possibilità di centrare l’accoppiata che la Signora insegue da sempre. Non dovrà più accadere. Non adesso, almeno. Non contro la squadra di Klose che, con tutto il rispetto, non appare gruppo in grado di arrivare fino in fondo. Servirà attenzione, in ogni caso. Servirà anche che la difesa torni a essere quella dei tempi migliori.
E infatti a Messina sono andati un po’ tutti in bambola, Kovac ha dimostrato di non essere proprio al top della condizione ma anche Thuram e Cannavaro hanno ballato come non accadeva da tempo dinanzi all’attacco del Messina. Alcune cifre potrebbero far suonare un campanello d’allarme: nel 2006 la Juve ha subito undici gol in dodici partite, contro i 17 nelle 25 giocate in precedenza. Come dire che l’impermeabilità del reparto non è più quella di inizio stagione, magari anche perché Vieira sembra il lontano parente del giocatore ammirato nei primi mesi di stagione. Probabilmente si tratta solo di coincidenze o di un pizzico di disattenzione in più dettata dalla situazione (tranquilla) di classifica: meglio comunque richiamare all’ordine i vari soldati deputati a dare una mano a Buffon. «Potremo giocare tranquilli ma non troppo – era stato il monito di Capello -, a volte la troppa serenità può sfociare in leggerezza». Aveva visto lontano.
In compenso, è tornato sui suoi livelli di rendimento Zlatan Ibrahimovic: tre gol consecutivi in campionato lo svedese non li aveva mai segnati, nemmeno l’anno scorso. Adesso che si è tagliato i capelli, ma soprattutto adesso che la tracheite è stata debellata, lo svedesone ha ripreso a centrare la porta. Con il gol segnato in Sicilia, è arrivato a quota 9 in stagione (6 in campionato, tre in Champions): tutto sommato in linea con quanto combinato la stagione passata, conclusa con sedici reti in campionato e zero in Europa. «Io sto bene – l’ammissione dell’attaccante -. Erano tutte storie quelle per cui non giocavo bene perché non arrivava il rinnovo del contratto: a quello ci pensa il mio manager, io devo solo scendere in campo e fare quello che mi chiede Capello». Il ritornello preferito da Moggi.
Mercoledì, in Germania, Ibra tornerà a far coppia con Trezeguet e Del Piero si accomoderà nuovamente in panchina: sarà insomma la Juve più tipo che c’è, almeno dalla metà campo in su.

In difesa, considerato di poco conto l’acciacco di Cannavaro, continua la mini-emergenza sugli esterni visto che Zambrotta, Chiellini e Zebina non sembrano pronti: Balzaretti è l’unico punto fermo, l’ultima maglia se la contendono Pessotto e Blasi. Capello ci avrà pensato anche ieri sera, commentando assieme a Nedved Italia-Repubblica Ceca di hockey ghiaccio.

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