«Perché ripubblicarlo»

Almeno tre sono i motivi che mi hanno spinto a intraprendere la ripubblicazione delle opere di Giovanni Comisso con La nave di Teseo. Anzitutto al momento della fondazione della casa editrice avevamo promesso che avremmo dato nuova vita a classici dimenticati: lo abbiamo fatto con Achebe, lo faremo con Comisso, e presto anche con Fosco Maraini, Ercole Patti, Gian Antonio Cibotto, De Chirico. Il primo libro di cui curai la redazione, molto prima di entrare in una casa editrice, ma con la speranza di fare un giorno l'editore fu Caro Toni, corrispondenza straordinaria fra Toni Cibotto (al quale devo molto della ma vita editoriale) e Giovanni Comisso. Inoltre Comisso è uno di quei grandi narratori italiani capaci di rendere universale la provincia italiana, veneta in questo caso. E quella provincia che Comisso racconta io l'ho intravista, incrociata nei racconti di Cibotto e di mio padre. Quindi, quando Franco Caramanti, presidente dell'associazione Amici di Giovanni Comisso mi ha proposto questa iniziativa non ho esitato.

Credo fortemente nella capacità di Comisso di parlare ai lettori di oggi, per questo ho affidato la curatela a un critico colto e giovane come Paolo Di Paolo e ho affidato le illustrazioni per le copertine a Massimo Neri, straordinario artista classico e moderno insieme.

Elisabetta Sgarbi

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