La periferia si lamenta: «Ci siamo anche noi»

La periferia si scopre permalosa. E desiderosa di difendere i molti passi avanti di anni trascorsi a inventare una città multicentrica. Nasce una polemica tra i cittadini dei comitati, coloro che sono impegnati ad animare la vita nei dintorni di casa, anche se l’abitazione non è proprio nella zona più centrale della città.
«La periferia che c'entra in tutto ciò? A tirarla in ballo, magari un po' strumentalmente, è stato chi ha invitato i macaoisti ad andare a fare cultura nelle periferie, magari a Quarto Oggiaro!». Parola del portavoce della Consulta delle periferie milanesi, che racconta la sensibilità ferita degli abitanti di Quarto Oggiaro. «Qualcuno del quartiere tirato in ballo non l'ha presa molto bene, vedendoci la solita associazione di idee Quarto Oggiaro uguale degrado e malaffare». E invece, ricorda Walter Cherubini, a Quarto Oggiaro non mancano le iniziative culturali e chi le promuove: «Cento teatri fanno cultura; la solita foresta che cresce senza far rumore».
Ma gli abitanti di Quarto Oggiaro si sono “offesi” anche per il desiderio degli occupanti di restare in centro, come se il centro fosse migliore della periferia. «Dal nostro punto di vista "periferico", ci è parsa per certi aspetti illuminante la risposta di una macaoista al perché non andassero in periferia", che è stata: “È nell'agorà che si svolge la vita democratica”. L'agorà, la piazza principale della polis». Fin qui gli occupanti. «La tendenza ad andare nella piazza principale della città fa che si concentri lì tutta l’attenzione dei vari poteri, istituzionale, economico, mediatico, culturale. E le periferie, in particolare delle grandi città? Diventano, appunto, periferie, cioè parte marginale. Parte tanto marginale, che non rientra mai nel campo di osservazione». Prima conclusione: «Quello che manca è uno sguardo periferico, un orizzonte periferico».
Nelle periferie milanesi - secondo i dati forniti dalla Consulta - operano teatri, dai più famosi e frequentati a quelli animati da compagnie teatrali amatoriali. Ed ecco i numeri quartiere per quartiere: 21 teatri in Zona 2, 10 in Zona 3, 14 in Zona 4, 16 in Zona 5, 10 in Zona 6, 7 in Zona 7, 10 in Zona 8, 14 in Zona 9.
Cherubini protesta che per sulle aree periferiche si fanno parecchie chiacchiere ma difficilmente si passa alle vie di fatto: «Certo, pensare ad una città partendo dalle periferie è più complicato che prometterlo. Ma, se si vogliono veramente considerare le periferie - cioè le persone che vi abitano - al pari del centro, bisogna dedicare attenzione ed assumere impegni precisi, magari facendosi aiutare proprio da chi opera nelle periferie». Seconda conclusione: «Le pacche sulle spalle abbondano, ma non aiutano».


Walter Cherubini sembra dire che si è parlato tanto di Macao ma sono tralasciate situazioni analoghe in cerca di soluzione. Terza conclusione, oltre Torre Galfa e Palazzo Citterio: «A Milano esistono numerosissime proprietà private e pubbliche che sono inutilizzate da anni, lustri decenni».

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