Antonio Lodetti
Jeans, maglietta, un look tanto semplice da rasentare la sciatteria; viso acqua e sapone e una naturale ritrosia per il glamour e per i riti vacui del mondo pop. Elisa ha venduto centinaia di migliaia di copie dei suoi album, ha navigato nei piani nobili della hit parade (ha partecipato al Live 8 e cantato con artisti come Pavarotti e Avion Travel) eppure rimane la ragazzina un po schiva di Monfalcone che non si fa plagiare dal successo. «Le popstar mi danno langoscia - continua a ripetere -, scrivo canzoni restando fedele a me stessa e al mio stile di vita, anche se devo fare qualche concessione in più ai media». Non a caso dopo la vittoria sanremese con Luci (Tramonti a nord est), scampata alla liturgia festivaliera di rito ha dribblato vip, presenzialisti e paparazzi ed è scappata a fare jogging sulla spiaggia appena rischiarata dalle luci dellalba. Elisa è fatta così; antidiva per eccellenza, che canta per passione e «per la sua anima», e stasera arriva al MazdaPalace (allinterno della Festa dellUnità) con il suo «Pearl Days Tour» arrivato alla quartultima tappa (è partito a metà giugno da Roma e si concluderà venerdì 30 sempre nella Capitale, al Centrale del tennis) dopo una trionfale cavalcata estiva.
Lanno scorso il passaggio dai piccoli club al rock, dalle ballate melodiche a quelle venate di rock dellalbum «Pearl Days» hanno segnato una svolta nella sua carriera. «Da un po di tempo mi sento vicina al rock; con «Pearl Days» ho cambiato il ritmo dei miei spettacoli. Non è un disco come Lotus, che si può ascoltare stando tranquillamente seduti, questo è un disco molto fisico, tosto, con brani potenti fatti per ballare». Elisa lha inciso nellottobre dellanno scorso a Los Angeles con la produzione di Glen Ballard (eminenza grigia del successo multimilionario Jagged Little Pill di Alanis Morissette e di miti come Aretha Franklin e Van Halen) pilotato dal singolo Together che stasera aprirà il concerto.Poi Elisa passerà in rassegna le pagine migliori del suo repertorio (quasi tutte rigorosamente in inglese («la lingua in cui mi esprimo meglio e soprattutto quella di Jim Morrison e degli artisti che amo di più») da Electricity a Heaven Out Of Hell, da Bitter Words a Rock Your Soul e lintensa Broken fino al bis in cui tra laltro rilegge Almeno tu nelluniverso di Mia Martini, che fa parte della colonna sonora del film di Gabriele Muccino Ricordati di me.
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