Perseguitano tutti, ma non i colpevoli

La colpa alla fine sarà di Pulcinella. Per ora tocca a Caldoro bec­carsi la parte di ca­pro espiatorio. I Pm si so­no guardati intorno e do­po aver scansato sindaci partenopei vecchi e nuo­vi, Bassolino, Jervolino, De Magistris, hanno pen­sato che per l’accusa di "epidemia colposa" anda­va benissimo il presidente della Campania

Perseguitano tutti, ma non i colpevoli

La colpa alla fine sarà di Pulcinella. Per ora tocca a Caldoro bec­carsi la parte di ca­pro espiatorio. I Pm si so­no guardati intorno e do­po aver scansato sindaci partenopei vecchi e nuo­vi, Bassolino, Jervolino, De Magistris, hanno pen­sato che per l’accusa di «epidemia colposa» anda­va benissimo il presidente della Campania. Almeno lui è berlusconiano. Quin­di funziona. Tutti gli altri no. Il problema è che que­­sta storia non regge. Caldo­ro non ha alcuna intenzio­ne di pagare per gli altri. «Non ci sto». «Non ci sto a pagare le colpe di quindici anni di inadempienze. Non ci sto a pagare le col­pe dei Comuni, le colpe dei ricatti e dei boicottaggi della camorra. Non ci sto a pagare per i comporta­menti irresponsabili della Lega». Caldoro non vuole esse­re l’ultima discarica, il ca­polinea di questa farsa do­ve tutti giocano a scarica­barile, perché il parados­so napoletano sta qui, questa follia per cui nessu­no sa nulla, ognuno se ne lava le mani, non ci sono responsabili e i topi per strada sono una calamità biblica, un segno del si­gnore, una piaga divina. Non ricorda Bassolino, non ne sa nulla la sua ere­de che per un decennio ha amministrato la città, De Magistris spara piani segreti e parla di fantoma­tici boicottaggi, la camor­ra fa l­a sua partita e i napo­letani sceneggiano la favo­la delle povere vittime.

Vittime? Certo. Ma c’è da chiedersi perché han­no votato questi politici. Sono loro che li hanno scel­ti e continuano a dargli fi­ducia. E allora, dopo tanta perseveranza, non hanno più il diritto di lamentarsi. Napoli aspetta. Napoli si siede e dice che puzza. Na­poli si affida a San Genna­ro. Napoli piange. Napoli è lorda. Napoli è un im­m­ondezzaio davanti al gol­fo delle meraviglie. Napoli trova sempre una scusa per non sentirsi colpevole. La paura è quella di guar­darsi in faccia. Non lo fa la gente. Non lo fanno nep­pure i Pm, che pensano di risolvere ogni cosa con i tri­bunali e le manette al pri­mo che passa, ma non fa mea culpa sui termovalo­rizzatori fermati, su que­sto strano atteggiamento per cui la monnezza va portata via, ma se uno pro­va a cercare una soluzione si ritrova a fare la guerra delle carte bollate. A Napo­li non c’è modernità. Non c’è tecnologia. Non c’è so­luzione. Ci sono solo lacri­me e bestem­mie e le mon­tagne di sacchi neri che in­festano le strade, soprat­tutto quelle senza inquili­ni eccellenti. Perché ci vuo­le pure fortuna a nascere accanto al vicino giusto.

Questa è Napoli.

Città immacolata e senza spec­chi. Attaccati sempre alla solita litania: è colpa del Nord. Ma la discarica non funziona più. Il Nord ha smesso di credere alle ma­schere napoletane. Di chi è la colpa? Di Pulcinella.

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