Oltre alla notizia della (presunta?) separazione dal compagno Fedez, continua a tenere banco l'intervista che Chiara Ferragni ha rilasciato al Corriere della Sera in cui ha provato a difendersi spiegando cosa fosse accaduto quel giorno di dicembre in cui è venuto a galla l'affaire Balocco. In maniera sgangherata ha fatto riferimento al famoso "errore di comunicazione" sulle attività di beneficenza, il "vittimismo" che starebbe subendo da quello stesso sistema che l'ha resa famosa e milionaria e la gogna mediatica alla quale è sottoposta quotidianamente. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, non è riuscito a trattenere il suo pensiero sbottando per la visibilità che è stata all'influencer che ha cercato un altro, estremo, gesto di difesa mentre la Procura di Milano indaga sul suo operato.
L'attacco del Codacons
Inizialmente, intervenuto all'AdnKronos Rienzi se la prende con il quotidiano reo, a parer suo, di aver compiuto qualcosa di gravissimo che rappresenterebbe "un degrado del giornalismo italiano che lascia perplessi e basiti, perché noi tutori dei consumatori nell'informazione e nella stampa crediamo molto". Stesso trattamento riservato anche per la trasmissione di Fazio che presto ospiterà la Ferragni per la quale il presidente del Codacons ha già chiesto "la sospensione ed il sequestro" soprattutto se non verrà fornito al pubblico il giusto contraddittorio a quello che dirà l'influencer 36enne di Cremona.
Le bugie della Ferragni
"All'interno di un momento di informazione rivolta al pubblico - sottolinea Rienzi - si consente di diffondere una difesa di un incriminato di gravi reati che riteniamo sia piena di bugie, falsità e calunnie contro chi ha agito, come l'Antitrust, svolgendo le proprie funzioni per il ripristino della legalità contro imbrogli così palesi". Parole forti come le pietre ma soprattutto chiare: al presidente dell'Associazione dei consumatori non va proprio giù che anche in televisione la Ferragni possa continuare a processarsi innocente e che "tutto il marcio venuto fuori sul pandoro-gate vada riassunto in un 'errore di comunicazione e che nel cartiglio che lei fece mettere sul pandoro non vi sarebbe scritto che il ricavato sarebbe andato in beneficenza, quindi sarebbe in perfetta buona fede".
L'inganno della beneficenza
Ancora una volta, il presidente del Codacons sottolinea che le tesi affermate dalla Ferragni sono bugiarde perché in netta controtendenza con i documenti che ha già acquisito l'istruttoria: all'agenzia di stampa afferma di avere acquisito la prova, dopo aver visionato gli atti, "che nessuna somma derivante dagli acquisti dei pandori sia stata destinata a queste finalità per cui è tutto falso e tale da alterare la capacità di acquisto prima e di donare poi del consumatore".
Come accennato prima, non si fermerà la crociata del Codacons contro la trasmissione di Fazio che tra una settimana, domenica 3 marzo, ospiterà l'influencer al centro di numerose indagini, dal pandoro alle uova di Pasqua e alle potenziali frodi commerciali con alcuni marchi che hanno già preso le distanze dalla Ferragni.
"Non si può consentire ad una persona oggetto di un processo penale per gravi reati commessi ai danni di 300mila consumatori e di un procedimento sanzionatorio della massima autorità indipendente, l'Agcom, di poter avere l'occasione anche indirettamente di professare la propria versione in assenza di un reale contraddittorio", conclude Rienzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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