I punti chiave
“Scoprirò chi siete, conigli infami”. Sono queste le parole di Fedez contro gli hater, i famosi “leoni da tastiera” che, utilizzando nickname falsi, nei giorni scorsi hanno preso di mira Leone, il figlio di soli 5 anni del rapper e di Chiara Ferragni. Il motivo? Il piccolo era sceso in campo a San Siro, prima del calcio d’inizio, nella partita Milan-Frosinone accanto al calciatore rossonero Theo Hernández. Da quel momento, sui social si sono susseguiti una serie di commenti con auguri di terribili malattie e minacce di morte per il primogenito di casa Ferragnez.
I commenti contro Leone
Come anticipato, tutto è accaduto sabato scorso, quando Fedez ha portato il figlio ad assister al match Milan-Frosinone. Come ormai ci ha abituato, il giudice di X Factor ha postato il momento sui social.
Nei video condivisi dal rapper con i suoi follower, Leone è apparso molto teso, tanto che dietro consiglio del papà, avrebbe dovuto alzare la maglia del Frosinone per mostrare quella del Milan (al momento del passaggio della telecamera), ma l’emozione ha avuto la meglio. Tuttavia, il post del bambino ha suscitato una serie di commenti poco carini, tra cui alcuni davvero molto pesanti. Così, Fedez nelle scorse ore ha deciso di sporgere denuncia.
La reazione di Fedez
Nelle scorse ore il rapper è tornato sui social e attraverso delle Instagram Stories ha tuonato contro gli hater. “A me interessa sapere solo chi siete, il vostro nome e cognome”, ha subito detto Federico. Poi ha sottolineato: “Io ho sempre messo la faccia in quello che dicevo. Voi sapete chi sono e dove abito, sapete tutto di me, io non mi nascondo dietro a un nome falso. Io mi assumo la responsabilità di quello che faccio, voi no. Ed è giunta l'ora che diventi così anche per voi”. E ancora, ha domandato: “Credete che non ci riesca?”. “Io ve lo giuro sulle cose che ho più care nella vita. Vi spacco il cu*o ragazzi, non avete idea, conigli infami che non siete altro. Una promessa è una promessa”, ha proseguito.
Ma non è finita qui, perché Fedez ha continuato: “E voi pensate che io non riuscirò a sapere chi siete? No, no, ragazzi non funziona così. Ma vogliamo accelerare le cose? A me non interessa denunciarvi. A me la denuncia serve solo per sapere chi siete. Ditemelo voi, sapete dove abito, venite sotto casa mia e venite ad augurare la morte a mio figlio. Mi vedete allo stadio? Augurate un cancro a mio figlio.
Volete sparare a mio figlio? Ditemelo in faccia”. Infine, ha chiosato: “Fate le cose da uomini, quali siete, visto che io sono un infame che vi ha denunciato. Accorciamo i tempi. Venite sotto casa mia, abbiate i co***oni, io sono qua”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.